PALLONI-STORY

Bottazzi è il primo sul trono
in un’edizione lampo

di Alberto Armanini
Andrea Bottazzi: l'ex Carpenedolo è stato il primo vincitore del Pallone d'Oro di Bresciaoggi
Andrea Bottazzi: l'ex Carpenedolo è stato il primo vincitore del Pallone d'Oro di Bresciaoggi
Andrea Bottazzi: l'ex Carpenedolo è stato il primo vincitore del Pallone d'Oro di Bresciaoggi
Andrea Bottazzi: l'ex Carpenedolo è stato il primo vincitore del Pallone d'Oro di Bresciaoggi

A chi c’era scapperà forse una lacrima di nostalgia. Chi non c’era ha invece l’occasione di leggere una pagina di storia del calcio bresciano. In questi giorni di quarantena, mentre molti trovano il tempo di riprendere dagli scaffali i libri impolverati o trascorrono ore e ore davanti a vecchi documentari, Bresciaoggi ha deciso di tener compagnia ai suoi lettori raccontando la storia del Pallone d’Oro. Il viaggio inizia con una data e un nome: 31 dicembre 2003, Andrea Bottazzi.

È UN PRIMO Pallone d’Oro «sperimentale», veloce come un lampo ma incisivo come un fulmine. Dura soltanto tre giorni, dal 29 al 31 dicembre, ma lascia un segno destinato a durare per sempre. Un’edizione pilota, una prima con un regolamento in tutto e per tutto simile a quello di France Football. Il meccanismo, infatti, non comprende ancora i tagliandini ma l’elezione avviene attraverso il voto di una giuria qualificata. Oltre ai giornalisti di Bresciaoggi, molti dei quali sono ancora oggi le colonne della redazione, vengono scelti alcuni dirigenti di quegli anni. Roberto Cucchi, presidente dell’Associazione Direttori Sportivi Bresciani, allora come oggi in prima linea per il premio, i consiglieri dell’associazione Stefano Chiari e Giancarlo Maffezzoni, i diesse Eugenio Olli (Salò), Nicola Bignotti (Palazzolo), Walter Mafezzoni (Rodengo Saiano), Santo Marini (Bagnolese) e Andrea Berta (sì, l’ex Carpenedolo oggi all’Atletico Madrid). A presiedere la giuria c’è il delegato di Brescia della Lnd Osvaldo Vigliani con il compianto Guido Settembrino, responsabile del settore giovanile del Brescia, presidente onorario.

TRATTANDOSI di un premio all’anno solare, si valuta il girone di ritorno della stagione 2002/03 e quello d’andata del campionato 2003/04. L’Eccellenza è dominata dal Salò, che chiuderà la stagione davanti al Chiari vincendo anche la Coppa Italia. In Serie D, invece, comanda il Carpenedolo di Tommaso Ghirardi. La società rossonera è il nuovo che avanza, ha vinto tutto dalla Terza all’Eccellenza. Non a caso i simboli di Carpe e Salò monopolizzano la classifica. Uno è proprio Andrea Bottazzi, all’epoca 36enne, prelevato dal Montichiari e presto divenuto una bandiera rossonera. L’altro è Cristian Quarenghi, 25 anni, trentino di Darzo, protagonista nel Salò dell’ultima Eccellenza con 18 reti in 28 gare. I candidati sono 20 e non mancano i grandi nomi. Mauro Bacchin e Omar Forlani (Chiari), Claudio Zola (Dellese), Giovanni Martinazzoli, Pierluigi Nicoli e Raffaele Giglio (Darfo), Raffaele Rubinacci, Leonardo Fulcini e Georges Dossou (Carpenedolo), Joseph Manzini e Mauro Moreschi (Palazzolo), Sergio Gamba (Rodengo), Fabrizio Danesi (Salò), Sandro Novazzi e Giacomo Faini (Castiglione), Ermanno Panina (Verolese) e i due «Keegan», Battista Bandera (Virtus Manerbio) e Alessandro Marinoni (Borgosatollo). A spuntarla con 3 soli punti di vantaggio su Quarenghi è proprio Bottazzi. «All’epoca nessuno di noi aveva intuito quale sarebbe stata la portata dell’iniziativa - racconta l’ex Carpe - Solo oggi si può davvero capire cosa rappresenti il Pallone d’Oro. Ora che il premio ha una sua storia, che ci sono stati tanti vincitori fortissimi e sono nati i riconoscimenti per le categorie inferiori e il femminile, il disegno di quel lontano 2003 si è compiuto. Essere il primo è un grandissimo onore, ricordo quei momenti ancora con particolare piacere». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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