CALCIO

Balotelli
E' addio
al Brescia

Poteva e doveva essere un’altra storia: invece la tappa bresciana, a casa sua, della carriera di Mario Balotelli si è rivelata pressochè identica a quasi tutte le altre. Infarcita di «balotellate» che relativamente alla sua esperienza con il Brescia, hanno portato il club a chiedere la rescissione contrattuale unilaterale per giusta causa. Per dirimere la controversia, per la quale si annuncia battaglia, servirà un lodo arbitrale. Ma certo i pregressi di Mario non depongono a suo favore. Sin dagli esordi, la sua storia ad alti livelli dopo il debutto tra i professionisti a Lumezzane, inizia come quelle di un predestinato con la maglia dell’Inter a 17 anni. In un triennio, che comprende anche l’anno del Triplete - nel quale passa da Mancini e Mouriho - colpisce per talento e forza fisica ma anche, ad esempio, per la maglia gettata in terra a San Siro dopo la semifinale d’andata di Champions League contro il Barcellona. In estate, durante la quale si fa notare per aver sparato dei colpi con una scacciacani nei pressi del centro di Milano, arriva l’addio. Si trasferisce al Manchester City dove impatta benissimo e contribuisce alla vittoria di scudetto e FA Cup: questo nonostante una collezione di tre espulsioni per 10 giornate di squalifica. Nel 2012 si merita un posto fisso nella Nazionale di Cesare Prandelli che si classifica seconda all’Europeo con lui che è capocannoniere del torneo. Ma non tutto è rose e fiori e al City cominciano i problemi tra ragazzi delle giovanili usati come bersaglio delle freccette, un incendio scoppiato in casa per l’esplosione di alcuni petardi e una forte lite con il mentore Mancini per la quale si prende anche 400.000 euro di multa. Che lui contesta denunciando la società. Tutto si chiuderà con una sorta di patteggiamento e poi con l’addio nel 2013. Balotelli torna in Italia, al Milan. Dove al solito, comincia benissimo salvo poi perdersi per strada ed essere protagonista solo per il gossip per via del tira e molla con la fidanzata dell’epoca Fanny. I rossoneri lo liberano senza troppi rimpianti e anzi la sua cessione al Liverpool nell’estate post disastroso Mondiale del 2014, frutta un tesoretto si 20 milioni di euro. Un investimento che non ripaga gli inglesi: solo un gol in campionato. Il Liverpool cede il giocatore in prestito di nuovo al Milan: stagione disastrosa, condizionata stavolta dalla pubalgia che lo tiene out 4 mesi. L’occasione del rilancio per Balo arriva nel 2015 quando lo vuole il Nizza che gli dà la chance con un anno di contratto: Mario è semplicemente trascinatore, sembra rinato e si merita la conferma. Buona, anche se non trascendentale la seconda stagione mentre alla terza succede il patatrac: con Vieira, suo ex compagno di squadra in panchina, la situazione precipita e a gennaio (è il 2019) si accasa al Marsiglia: 15 gare, 8 reti e 4 giornate di squalifica. Resta a piedi e a decidere di scommettere su di lui puntando sulle motivazioni dell’ enfant du pays è Massimo Cellino che la scorsa estate lo porta al Brescia: 19 presenze, 5 gol e innumerevoli atteggiamenti inappropriati tra ritardi agli allenamenti, assenze ingiustificate, comportamenti social sopra le righe. Addirittura Fabio Grosso lo caccia da un allenamento e non lo convoca per la partita contro la Roma. Il resto è storia di questi giorni: la solita storia.

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