I sindaci camuni in trincea:
«Poche risorse, troppi fronti»

di Lino Febbrari
Gli effetti di una   delle  frane  cadute nell’ultimo mese  lungo la  strada  per Sant’Antonio a Corteno Golgi
Gli effetti di una delle frane cadute nell’ultimo mese lungo la strada per Sant’Antonio a Corteno Golgi
Gli effetti di una   delle  frane  cadute nell’ultimo mese  lungo la  strada  per Sant’Antonio a Corteno Golgi
Gli effetti di una delle frane cadute nell’ultimo mese lungo la strada per Sant’Antonio a Corteno Golgi

Le stime ballano a seconda della fonte, dai 70 ai 90 milioni di euro. Cifre comunque astronomiche. Che rendono la messa in sicurezza totale della Valcamonica un’utopia. L’alternativa è ottimizzare le risorse fissando una scala di priorità. Lo sostengono i sindaci dei Comuni più esposti al rischio idrogeologico.

A CORTENO GOLGI, al netto dei due recenti smottamenti sulla strada per Sant’Antonio, sul fronte idrogeologico ci sono da risolvere tante micro-criticità. «Ad ogni pioggia qualcosa si stacca dai pendii più esposti – spiega il sindaco Martino Martinotta -. L’emergenza delle emergenze è la Val Dovala: un movimento franoso attivo da decenni, per sistemare il quale tante opere sono state fatte, ma altrettante ne serviranno se vogliamo stare al sicuro».

A primavera arriverà in porto a Sonico il ciclopico intervento di sistemazione dell’alveo dell’Oglio ante alluvione del 1960 che, insieme alle difese spondali del torrente Rabbia e alla vasca di contenimento, dovrebbe evitare che future colate detritiche, come quelle devastanti del luglio 2012, vadano a interrompere la statale del Tonale. «In Regione procedono gli iter dei lavori che riteniamo indispensabili per porre fine alle problematiche idrogeologiche registrate negli ultimi anni – afferma il sindaco Gian Battista Pasquini -. Dovremo sistemare la sponda orografica destra del Rabbia, ricostruire le soglie e completare lo svaso della briglia all’apice del conoide. Sarà poi necessario mettere mano anche alla briglia del Re, piccolo corso d’acqua che lo scorso agosto riempi di detriti il centro storico del paese e in sinergia con il Comune di Edolo ripulire tutto il tratto che percorre, rialzare due tombotti, tre sono già stati sistemati e allargare la sezione idraulica nell’abitato».

Allo Ster il Comune ha poi chiesto di svasare due briglie nel Remulo - torrente che scende dalla Val Malga, protagonista nell’estate del 1987 di una disastrosa alluvione che cancellò un ponte e alcune abitazioni a Rino. «Alla manutenzione ordinaria dei corsi d’acqua ci pensiamo con fondi nostri avvalendoci dei volontari della Protezione civile e dei gruppi alpini», conclude Pasquini.

MALONNO è alle prese con due dissesti e con una situazione critica. Il primo si è verificato un mese fa sulla strada comunale che porta a Loritto vicino al bivio: un paio di macigni sono finiti sull’asfalto bloccando la circolazione. Il secondo, di ridotte dimensioni, l’altra notte sull’arteria che conduce ad Odecla nella zona della santella del Valar. «Sono numerose le segnalazioni di movimenti franosi e di rischio idrogeologico che abbiamo sottoposto al vaglio della Regione - ammette il sindaco Stefano Gelmi -. Quanto a Loritto, la strada è stata riaperta e lo Ster ci ha garantito un pronto intervento per sistemare lo sperone roccioso sovrastante. Il materiale franato al Valar l’abbiamo rimosso e valuteremo quale soluzione intraprendere per scongiurare altri distacchi. In questo momento però quello che più ci preoccupa è la situazione dell’alveo del torrente Còle pieno di alberi e detriti. Il corso d’acqua attraversa il centro storico e quando fa le bizze esonda procurando danni ad abitazioni, all’asilo e a una piccola chiesa. Sei mesi fa - annota Gelmi - a Milano abbiamo portato tutta la documentazione necessaria per supportare una richiesta di finanziamento per dare una bella ripulita all’asta del torrente».

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