Caduta massi, l’allerta non è rientrata

di Marco Benasseni
In località Cornelle a Gardone Valtrompia cadono   pezzi di roccia
In località Cornelle a Gardone Valtrompia cadono pezzi di roccia
In località Cornelle a Gardone Valtrompia cadono   pezzi di roccia
In località Cornelle a Gardone Valtrompia cadono pezzi di roccia

Il pericolo caduta massi in località Cornelle di Gardone Valtrompia resta sotto stretta sorveglianza. La gragnuola di pietre pesanti fino a 80 chili, piovute mercoledì mattina della montagna hanno però spinto il Comune a chiudere l’accesso della strada e del percorso pedonale. Durante la notte non ci sono stati ulteriori smottamenti, ma la guardia resta alta a causa delle piogge previste per le prossime ore. I macigni hanno sfiorato il tetto di una vecchia abitazione ma hanno sfondato un box per cani, fortunatamente vuoto.

Il sopralluogo dei Vigili del fuoco ha avuto un esito rassicurante. Sulla montagna non sono stati segnalati sassi in bilico o a rischio caduta. Il suggerimento è stato comunque quello di transennare la strada per evitare problemi. Lo smottamento si è registrato alle spalle del centro acquisti e della palestra Freetime di Gardone e ha interessato un tratto di montagna ricco di terreno franoso: Comune e Comunità Montana si stanno già occupando di mettere in sicurezza il versante posizionato più a sud, dove le ruspe stanno scavando per collegare il tratto di pista ciclopedonale tra Gardone e Ponte Zanano. La frana in località Cornelle è avvenuta su terreni privati, quindi saranno i proprietari a doverci mettere mano. Su quella strada in realtà esistono solo un paio di vecchie case, ma visto il prossimo arrivo del percorso ciclabile la zona dovrà essere a prova di caduta massi.

Decisamente più complesso lo scenario di Vobarno dove sabato scorso è caduta oltre una dozzina di macigni pesanti oltre 5 tonnellate. Uno ha sfondato il muro dell’azienda Valsir, l’altro a sfiorato un’auto in sosta con a bordo il conducente.

LE PROCEDURE di bonifica prevedono due step: la priorità è riaprire le strade per Teglie e per Vobarno teatro del bombardamento di massi e far tornare a casa i cinque sfollati. I tempi per mettere a punto gli interventi tampone non saranno comunque brevi. Per mettere in sicurezza l’area attraverso il riposizionamento delle reti paramassi abbattute dai macigni saranno necessarie almeno due settimane, maltempo permettendo. Decisamente più complessa anche da un punto di vista finanziario, l’opera di azzeramento del rischio idrogeologico di un versante da sempre instabile. Non viene escluso sia indispensabile procedere al distacco controllato delle rocce pericolanti. L’ultima parola sulle modalità delle operazioni di disgaggio toccherà ai geologi e ai tecnici che nei prossimi giorni continueranno a monitorare la situazione.

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