La «pattumiera d’Europa»
attende risposte dal 1998

La firma dell’accordo risale all’autunno del 1998. Sembrava la svolta tanto attesa da una Montichiari all’epoca già soffocata dai «veleni». In tre anni la ValsEco si impegnava a smaltire i rifiuti abbandonati nelle quattro cave trasformate in discariche abusive Bicelli, Bonomi, Accini e Baratti. La bonifica dei siti, doveva essere la contropartita alla concessione ottenuta dalla Regione all’apertura di un nuovo sito di smaltimento rifiuti dalla capacità di un milione e 350 mila metri cubi. Un quinto dello spazio del cimitero di scarti gestito dalla ValsEco avrebbe dovuto ospitare gli scarti speciali e pericolosi, in buona parte industriali, delle bonifiche dei siti inquinati. ValsEco, prima diventata Systema e infine Gruppo Systema, ha impiegato 15 anni per mettere in sicurezza l’ex cava Bonomi. Gli altri tre bacini di escavazione esauriti, ora finiti sotto la lente della magistratura , sono rimasti sudari di «veleni» che - in vase agli ultimi monitoraggi datati 2007 - stanno trasudando ammoniaca.

Al di là delle implicazioni giudiziarie, sullo sfondo resta il nodo legato alle modalità di intervento: per rimuovere i rifiuti dai 3 bacini serve un investimento ingente, attorno ai 45 milioni di euro. Queste almeno le stime della Systema che -ritenendo finanziariamente insostenibile il trasloco dell’immondizia -, da sempre propone di rendere inoffensivi gli scarti sul «posto»: un’opzione del costo di 4 milioni.

SCARTATA L’IPOTESI del «capping », l’impermeabilizzazione del monte di scarti per evitare infiltrazioni di inquinanti, era stato anche ipotizzato di accelerare i processi di ossidazione e di mineralizzazione delle sostanze pericolose, «ventilando» con apposite perforazioni il cumulo di rifiuti. Ma per decidere serve una nuova campagna di analisi del costo di 250 mila euro. Risorse difficili da reperire. Un quadro che spiega perchè Montichiari - territorio che con 11 discariche per un totale di 12 milioni di metri cubi di scarti stoccati viene definita la «pattumiera» d’Europa - continua a essere terreno fertile per il business dei rifiuti. R.PR.

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