Vino bio senza
compromessi Boom
di aziende nel bresciano

di Valerio Morabito
Mauro Lorenzi e Claudio Sabotti dell’azienda agricola « Scapigliata»
Mauro Lorenzi e Claudio Sabotti dell’azienda agricola « Scapigliata»
Mauro Lorenzi e Claudio Sabotti dell’azienda agricola « Scapigliata»
Mauro Lorenzi e Claudio Sabotti dell’azienda agricola « Scapigliata»

Valerio Morabito Le aziende sono passate da 10 a 43 nel giro di due anni con un incremento della produzione con percentuali che «galleggiano» attorno al 65%. Si tratta di quantità assolute ancora contenute, ma il boom dei vignaioli indipendenti assume un significato particolare in una provincia di Brescia leader nella produzione di vino d’autore. La filosofia del biologico «estremo», della tutela del territorio e del rilancio di vitigni autoctoni a rischio estinzione è stata premiata da consumatori sempre più consapevoli e preparati.

LO CONFERMA il successo della rassegna «Vino In-dipendente» andata in scena nella sala polivalente di Calvisano. «Siamo riusciti ad entrare nel circuito nazionale dei vini e l'afflusso di ieri ha dimostrato che sempre più gente è interessata a questa concezione di fare il vino», sottolinea il sommelier Stefano Belli ideatore della vetrina. Tra i 64 produttori di vino e gli 8 artigiani del cibo in rassegna, c’erano naturalmente molte aziende bresciane che aderiscono al Five, la Federazione italiana vignaioli indipendenti. La «Antonio Ligabue» di Capo di Ponte produce vino naturale «in due ettari di terreno dislocati in 5 diversi vigneti nell’area compresa fra Cerveno e Sellero - spiega il titolare Fausto Ligabue -. In totale contiamo una produzione di circa 4 mila bottiglie all’anno, prodotte nella cantina dell’azienda, situata proprio in centro al paese, dove avvengono tutte le fasi di lavorazione del vino che seguono la vendemmia, attraverso l’uso di botti in acciaio o cemento per la fermentazione e di barrique o tonneau durante la maturazione».

CHE L’ATTENZIONE dei consumatori verso il vino di nicchia sia cresciuta lo confermano Claudio Sabotti e Mauro Lorenzi, fondatori della «Scapigliata». La realtà della Franciacorta, che possiede due vigne tra Rodengo e Monticelli, ha presentato a Calvisano il loro primo Franciacorta Millesimato Dosaggio zero 2015. «Muoversi nel cuore delle bollicine è una sfida che ci ha dato entusiasmo e motivazioni e i risultati stanno arrivando», ammette Claudio Sabotti. Tra le aziende presenti a «Vino In-dipendente» non poteva mancare «L'Ulif» di Polpenazze che produce e commercializza vini doc e olio dop biologici e biodinamici di alta qualità. «L'azienda è stata fondata nel 1989 da Silvano Delai, mentre io sono subentrata nel 2017 quando ho deciso di prenderla in affitto sempre nel rispetto del metodo biologico e biodinamico - racconta Emanuela Ferraris -. Dopo anni di sforzi nella promozione del metodo biologico, oggi l’azienda si trova circondata per 5/6 del proprio perimetro da terreni coltivati con metodo biologico, ma noi siamo stati tra i primi a seguire questa filosofia». «Un sorso di natura» è stato lo slogan della manifestazione di Calvisano che rispecchia lo spirito di «Casa Caterina», realtà vitivinicola guidata dalla famiglia Del Bono (Aurelio ed Emilio) a Monticelli Brusati. «Con il nostro metodo manteniamo inalterato l'equilibrio dell'ecosistema. Lavoriamo nel rispetto della natura – precisa Emilio Del Bono – senza utilizzare diserbanti e insetticidi». «Tra l'altro la collocazione geografica dei vigneti dell’azienda è davvero ottima: zone come Gaina, Colombaia e Persaga hanno una perfetta esposizione e delle pendenze notevoli, che permettono la perfetta maturazione delle uve». Tra i produttori spicca Barbara Avellino di Rovescala, cittadina dell'Oltrepò Pavese. «Ho optato per una viticoltura sostenibile e naturale attraverso la riduzione del numero dei trattamenti».

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