Tre auto e un furgone
in fumo. Sull’incendio
l’ombra del dolo

di Marco Benasseni
Le automobili danneggiate dall’incendio divampato lunedì notteAvvolto dalle fiamme anche il furgone di proprietà di un venditore ambulante di origine nordafricanaLa Smart di un residente italiano tra le vetture ridotte in cenere
Le automobili danneggiate dall’incendio divampato lunedì notteAvvolto dalle fiamme anche il furgone di proprietà di un venditore ambulante di origine nordafricanaLa Smart di un residente italiano tra le vetture ridotte in cenere
Rogo doloso

Più di un semplice sospetto: quasi una certezza. Suffragata da indizi e inquietanti precedenti. Sarebbe di matrice dolosa l’ennesimo incendio divampato nella notte tra lunedì e martedì in via Primo Maggio, a Bovezzo.

IL ROGO. Erano più o meno le 3 quando i residenti del condominio Bovezzo sono stati svegliati dalle urla dei vicini che hanno visto tre auto e un furgone prendere fuoco. Un incendio improvviso e devastante, con danni consistenti. Ma sarebbe potuta andare molto peggio visto che i veicoli si trovavano a pochi centimetri dai contatori del gas che alimentano la palazzina.

Quello di ieri notte è stato solo l’ultimo di una lunga serie di episodi sospetti e i residenti si augurano che si venga quanto prima a capo di questa situazione. Spente le fiamme, si è fatta la conta dei danni: oltre alle tre auto carbonizzate (due di famiglie straniere, mentre la Smart di proprietà di un italiano), c’è il furgone di un ambulante (nordafricano) con all’interno tutta la merce per riempire le bancarelle. Tutto bruciato. Anche la saracinesca e la tenda di uno dei negozi al piano terra sono state colpite dalle fiamme, che sono salite fino a intaccare la facciata del condominio abitato da 18 famiglie. «Tutto è cominciato a dicembre 2015 con gli pneumatici tagliati ad alcune automobili parcheggiate in questa strada - raccontano alcuni inquilini - Poi il primo gennaio del 2016 hanno preso fuoco delle vetture davanti al bar Ussoli. Inizialmente era stata data la colpa ad alcuni petardi, ma quando abbiamo sporto denuncia abbiamo segnalato la presenza di alcune persone prima che divampasse il rogo. Da fine marzo a oggi ci sono stati altri episodi simili. Tutti ai danni di alcuni residenti nordafricani che vivono da tempo nel condominio». Chi vive nelle case e negli appartamenti che si affacciano su quella strada, che si trova a pochi metri dall’ex residence del Prealpino, oggi ristrutturato e completamente risanato, non usa mezzi termini e parla chiaramente di atti di razzismo contro alcuni vicini di casa.

COME QUELLI perpetrati a Capodanno del 2016, quando davanti al bar Casa Ussoli sono state incendiate delle automobili e un furgone di proprietà di alcuni ragazzi di origine africana che si riconoscono nel gruppo religioso della Chiesa di Cristo.

Nella tarda notte di lunedì per spegnere l’incendio sono interventi i Vigili del Fuoco, mentre ieri mattina sul posto, per i sopralluoghi e i rilievi di rito, c’erano i carabinieri della Compagnia di Gardone a cui sono state affidate le indagini. Secondo la prima ipotesi formulata dai militari e dai tecnici del Comando provinciale, non si tratterebbe di un incendio accidentale ma di un gesto doloso.

«Spesso in questa via i lampioni sono spenti - aggiungono i residenti - e il buio non migliora una situazione che è già di suo complicata. Abbiamo segnalato questo disservizio in Comune. Le famiglie colpite sono persone rispettabili. Con loro abbiamo un ottimo rapporto di buon vicinato, adempiono regolarmente al pagamento delle spese condominiali e ai turni di pulizia delle scale. Non ci sono mai stati screzi».

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