Reti bandite nel vecchio roccolo
Il gestore ripiega sulle trappole

Una prodina con una peppola imprigionataFucile e uccelli protetti sequestrati dalla polizia provinciale
Una prodina con una peppola imprigionataFucile e uccelli protetti sequestrati dalla polizia provinciale
Una prodina con una peppola imprigionataFucile e uccelli protetti sequestrati dalla polizia provinciale
Una prodina con una peppola imprigionataFucile e uccelli protetti sequestrati dalla polizia provinciale

Quando l’auto di servizio è stata avvistata sui tornanti di Pezzaze, lungo la parte valtrumplina del colle di San Zeno, è iniziato il tam tam degli allarmi telefonici. Nonostante ciò, giovedì mattina i forestali della stazione di Gardone sono riusciti a sorprendere in attività uno storico roccolatore che si era convertito al bracconaggio.

Nell’ex impianto di cattura del Salès, a breve distanza dalla malga Foppella, il gestore che per molti anni aveva teso le reti (oggi archiviate per legge) su autorizzazione della Provincia aveva piazzato cinque «prodine», piccole trappole a scatto usate per recuperare uccelli vivi da rivendere sul mercato nero come richiami. L’obiettivo erano le cesene, presenti in buon numero giovedì sul colle; invece il bottino di giornata lo ha fatto la Forestale, compilando una denuncia per uccellagione e per caccia con mezzi non consentiti.

L’ennesimo esempio di una illegalità venatoria diffusa e costante nel Bresciano, che si accompagna a quelli registrati negli ultimi giorni dal Nucleo ittico-venatorio della polizia provinciale. Il primo caso ha avuto come sfondo Bione, e come protagonista un capannista titolare di 28 richiami vivi protetti. Sentito il canto degli uccelli chiusi in una stalla vicina a un appostamento, gli agenti sono tornati sul posto in un giorno di caccia: attorno al capanno il cacciatore aveva esposto tranquillamente una parte degli esemplari protetti (fringuelli, peppole, lucherini e verdoni), privi di anellini di riconoscimento o con fascette vistosamente contraffatte, e oltre al sequestro ha rimediato una denuncia.

GIOVEDÌ sera sul territorio di Muscoline un altro intervento: gli agenti della Provinciale hanno sentito una serie di spari in successione e una volta raggiunto a piedi il luogo della fucileria hanno sorpreso un ragazzo che usando i richiami registrati nel suo smartphone appeso a un albero aveva abbattuto 8 fringuelli.

La terza e ultima denuncia gli agenti provinciali l’hanno compilata ieri mattina sul territorio di Padenghe a carico di un recidivo. Nella località Balosse hanno sorpreso nuovamente un bracconiere già finito nei guai due volte per gli stessi reati che aveva ucciso due pettirossi e una passera scopaiola. P.BAL.

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