Quel Ferragosto di 74 anni fa

di E.BER.
Uno dei momenti più toccanti della cerimonia civile e religiosa
Uno dei momenti più toccanti della cerimonia civile e religiosa
Uno dei momenti più toccanti della cerimonia civile e religiosa
Uno dei momenti più toccanti della cerimonia civile e religiosa

Istituzioni, associazioni, Anpi, Fiamme Verdi e Deportati. Tutti insieme a Bovegno nella giornata di Ferragosto per ricordare la strage fascista del 15 e 16 agosto 1944, con case bruciate e 15 persone trucidate, i cui corpi martoriati furono trascinati lungo le strade del paese. Tra le vittime anche un sordomuto, colpevole di non aver udito l’ordine di «alt» degli sgherri della banda Sorlini, usata dai nazisti per impartire una terribile lezione alla Valle. Oltre ai sindaci con fascia tricolore, c’erano per la Provincia l’assessore Antonio Bazzani, quello della Comunità Montana Mario Folli e una rappresentanza dei carabinieri. IL CORTEO con in testa il gonfalone di Bovegno, sul quale brilla la medaglia di bronzo al merito civile, è partito puntuale da piazza Castello verso l’allora piazza Cimavilla, oggi Martiri della Libertà, dove è stata posta la lapide con i nomi dei trucidati, per arrivare poi alla chiesa della Madonna Assunta di Piano. Qui fino a oggi è esposto il gruppo ligneo della Madonna della Misericordia incoronata che sta di casa al Santuario di Predondo, dove tornerà stasera in solenne processione. Una presenza resa ancora più significativa dal settantesimo della solenne incoronazione, il 15 agosto del 1948, voluta dal parroco di allora don Francesco Bertoli a sciogliere il voto da lui fatto per la sua comunità il 16 agosto della strage, invocando la salvezza del paese. Un legame storico reso quasi palpabile quando alla fine della messa sull’altare, dopo la Preghiera del Ribelle del beato partigiano Teresio Olivelli, il parroco don Vitton Mea ha concluso con la preghiera di affidamento della comunità a Maria Madre di Misericordia. Poi la cerimonia civile con la deposizione della corona alla lapide. •

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