La Grande Guerra nelle trincee del Maniva

di Edmondo Bertussi
Uno degli spazi allestiti per la mostra sulla Grande Guerra:  in vetrina i reperti provenienti dal ManivaUna delle divise esposteAltre testimonianze dal fronte
Uno degli spazi allestiti per la mostra sulla Grande Guerra: in vetrina i reperti provenienti dal ManivaUna delle divise esposteAltre testimonianze dal fronte
Uno degli spazi allestiti per la mostra sulla Grande Guerra:  in vetrina i reperti provenienti dal ManivaUna delle divise esposteAltre testimonianze dal fronte
Uno degli spazi allestiti per la mostra sulla Grande Guerra: in vetrina i reperti provenienti dal ManivaUna delle divise esposteAltre testimonianze dal fronte

Reperti unici e singolari, che raccontano la Grande Guerra da un punto di vista diverso, con il Maniva e il suo sistema di trincee e di caserme a fare da sfondo. Allestita al primo piano del centro congressi, negli spazi del museo virtuale permanente, dall’associazione «Vivere la nostra storia», è aperta e visitabile fino al 26 agosto la mostra «Collio terra di confine». Vi si accede (gratuitamente) dall’ingresso a fianco del bar Catullo, accanto al grande parcheggio di fronte alla caserma dei Carabinieri. UN VIAGGIO straordinario e avvincente per chi vuole andare alla scoperta della storia viva di una comunità che cento anni fa fu zona di frontiera e di guerra. È stata curata dall’associazione guidata Wolfango Mabesolani, nata a fine 2011 con l’intento di diffondere la conoscenza della cultura e della storia locale attraverso contatti tra persone, enti e associazioni; con obbiettivo dichiarato un museo civico permanente della «memoria» collettiva. Obbiettivo centrato. Alla base un progetto complessivo flessibile, basato su una continua implementazione e con nucleo principale le memorie della Grande Guerra al Maniva. Sorprenderà anche chi l’ha già visitata con i nuovi allestimenti realizzati sui tre livelli del museo, che hanno visto all’opera in particolare Giovanni Cometti, vicepresidente del sodalizio, e Matteo Ghedi dell’associazione culturale «Parco delle rimembranze» di Nave. FIN DAL SUO PRIMO allestimento il museo aveva come nucleo principale documenti, carte, fotografie e reperti riguardanti Collio, il Maniva e l’atmosfera del Novecento. All’ingresso una splendida litografia del paese che risale al 1885: un pugno di case attorno alla parrocchiale con le bianche Colombine dominanti dall’alto; mappe dei diversi luoghi, per localizzare le diverse opere, tra le quali eccezionale il progetto del trampolino del 1929; manifesti comunali di avvisi pubblici e quadri con vedute; copie degli originali di Faustino Joli (1814-1876), grande paesaggista risorgimentale. Parte di questi pezzi sono stati momentaneamente rimessi in magazzino per lasciare spazio ad allestimenti e reperti che valorizzano temi legati alla Grande Guerra e al Maniva. Spicca per il suo preciso riferimento locale una pala straordinaria ritrovata lassù con inciso «78° Reggimento fanteria» e la matricola del soldato al quale era affidata. E ancora elmetti e borracce ritrovate al Casermone, in posizione strategica al riparo della dorsale per evitare i colpi di artiglieria avversaria. Insieme il libro d’oro con le immagini dei 54 caduti di Collio. Nella «veglia al caduto» le donne intorno alla bara indossano i costumi civili del tempo e lì vicino un monitor riproduce episodi della immane catastrofe. Ci sono manichini con nuove divise. Una chicca rara: la cartolina con annullo a Collio 1917 scritta da un sergente della Sesta Divisione del 16esimo Reggimento Artiglieria, dislocato con i suoi cannoni sul crinale, dove è stata recuperata la piazzola di un pezzo, a dominare la vista verso il Trentino. Insomma unito al resto «permanente» tanto da vedere per la memoria e la storia. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Suggerimenti