Gardone in lacrime per Flavia Bolis

Una notizia terribile che ha colpito al cuore i tanti che a Gardone la conoscevano e i tantissimi che la ammiravano e la stimavano non solo in Valle. La scomparsa a soli 58 anni di Flavia Bolis ha destato profonda commozione. Lascia il marito Pino e l’adorata figlia Bernadette. Se n’è andata in punta di piedi. «Era una leonessa - racconta il marito - ha combattuto contro la malattia che la attanagliava da tempo con le unghie e con i denti». Quale modo migliore per definire chi era innamorato dell’Africa? «Da anni frequentavamo ospedali in varie parti d’Italia, ma da qualche tempo le cure non facevano più effetto e il male è avanzato fino al tracollo di un mese e mezzo fa». «Da leonessa minimizzava sulle sue condizioni e affrontava tutto con incredibile coraggio - racconta con le lacrime agli occhi un’amica - Non l’ho mai sentita lamentarsi per il dolore, teneva tutto per se». Donna dai sani principi, non era una persona superficiale, intelligente e acuta, approfondiva le cose e aveva un altissimo senso del dovere. Laureta in Scienze Politiche, aveva prima collaborato con Bresciaoggi e poi, dagli anni Novanta, con il Giornale di Brescia. Ma era anche presidente della cooperativa Mandacarù, che raccoglie oggetti usati da vendere per finanziare progetti umanitari, e consigliere provinciale dell’Acli.

Dal ’97 era sposata con il marito Pino, che aveva conosciuto durante un periodo di volontariato in Burundi. «Il nostro viaggio di nozze - racconta il compagno di una vita - è stato in un campo profughi in Africa. Ma lei era felice così. E sempre in Africa l’adozione di Bernadette, quando aveva solo sei mesi. Era una donna con una forza enorme, anche quando stava male non diceva mai di no, non si tirava indietro. La superficialità non faceva parte del suo modo di essere: le cose si devono fare per bene, diceva». La salma si trova alla casa funeraria «L’altra Riva» di Brunori, in via Roma. I funerali domani alle 14.30 nella basilica del Convento.L.P.

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