Alle Rondini il
Centro Alzheimer
spicca il volo

di Edmondo Bertussi
Il complesso «Le Rondini» di Lumezzane:  più di 150 gli anziani che sono seguiti dalla FondazioneGli spazi allestiti all’interno del Centro AlzheimerIl comfort dell’utente resta la priorità assoluta
Il complesso «Le Rondini» di Lumezzane: più di 150 gli anziani che sono seguiti dalla FondazioneGli spazi allestiti all’interno del Centro AlzheimerIl comfort dell’utente resta la priorità assoluta
Il complesso «Le Rondini» di Lumezzane:  più di 150 gli anziani che sono seguiti dalla FondazioneGli spazi allestiti all’interno del Centro AlzheimerIl comfort dell’utente resta la priorità assoluta
Il complesso «Le Rondini» di Lumezzane: più di 150 gli anziani che sono seguiti dalla FondazioneGli spazi allestiti all’interno del Centro AlzheimerIl comfort dell’utente resta la priorità assoluta

Sarà un giorno speciale domani alle Rondini di Lumezzane. Inizia in modo straordinario il tradizionale periodo di festa, curato ogni anno a novembre dai volontari e che per nove giorni, fino al 18, offrirà eventi, incontri, attività e tanto altro. Momento centrale della festa del ringraziamento, dopo la messa delle 16 (alla quale parteciperà il Coro di Fontana), sarà infatti l’inaugurazione del rinnovato Centro Alzheimer, ripensato seguendo i dettami del metodo «Gentlecare». Il via libera al progetto era stato annunciato l’anno scorso dal presidente Massimo Bossini, con la direttrice generale Elena Valentini, e ora gli interventi necessari sono stati ultimati. Un altro fiore all’occhiello per le Rondini visto che si tratta del primo centro di questo tipo di tutta provincia, a conferma di come la Rsa sia ormai un’eccellenza riconosciuta.

LA STRUTTURA ospita circa 150 utenti nella residenza e nelle case famiglia San Giorgio (15) e Santa Maria (12). Altri godono dei servizi di assistenza a domicilio. Un gruppo usufruisce dei servizi connessi al progetto «Rsa Aperta» (ex misura 4), con i voucher regionali variabili e personali assegnati in base alle diverse richieste. L’evoluzione negli anni delle Rondini è stata epocale: da struttura alla quale accedevano anziani alle prese con i primi acciacchi a centro specializzato che assiste anche le persone con gravi problemi cognitivi. Un percorso di crescita che ha richiesto flessibilità e aggiornamento continuo, come dimostra l’introduzione del protocollo «Gentlecare», metodo innovativo per l’assistenza al paziente affetto in particolare da Alzheimer. È stato ideato dalla dottoressa Moyra Jones alla fine degli anni Novanta, in Canada. Muove dalla considerazione che la persona affetta dalla malattia subisca una modificazione progressiva delle sue capacità di interazione con la realtà. Si tratta di costruirle attorno un ambiente per farle mantenere, coinvolgendo anche i parenti, il più a lungo possibile l’autonomia e ridurre al minimo le situazioni di stress, fonte di agitazione, ansia e aggressività.

ADOTTARLO comporta da una parte formazione del personale per la comprensione della malattia e delle sue conseguenze; dall’altra la creazione di spazi «famigliari» in continuità a quelli della vita normale: camera, soggiorno e tutto il resto per valorizzare le capacità residue del malato, il suo benessere. Alle Rondini è avvenuto con un investimento di 124.000 euro della Fondazione e il supporto del gruppo di esperti della società Ottima Senior di Pordenone. Con questi, 35 operatori delle Rondini hanno seguito un impegnativo corso interno di formazione: 11 incontri di 7 ore ciascuno. Gli ambienti allestiti sono piacevoli e famigliari già alla prima vista. Illustrerà il tutto domani il presidente Bossini che, con la direttrice Valentini, premierà poi, come ogni anno, 17 dipendenti: 11 con 25 anni di servizio; 4 con 20; 2 con 15. In chiusura la festa collettiva curata dalla collaudata «cucina» della struttura, accompagnata dalla musica dei Menestrelli.

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