Spiedo illegale, scatta la chiusura del locale

di P.BAL.
Gli uccelli sequestrati nella trattoria di Odolo nel 2016
Gli uccelli sequestrati nella trattoria di Odolo nel 2016
Gli uccelli sequestrati nella trattoria di Odolo nel 2016
Gli uccelli sequestrati nella trattoria di Odolo nel 2016

Giorni fa, durante un incontro in Prefettura con alcune associazioni ambientaliste, il questore Vincenzo Ciarambino aveva parlato della necessità di provvedimenti più puntuali e incisivi nei confronti dei cacciatori che commettono illegalità. Detto, fatto. In un solo colpo la Questura ha «cancellato» sei licenze di porto di fucile e ne ha sospesa una settima, e ha mandato forzatamente in ferie i gestori di uno dei compiacenti ristoranti bresciani che ancora violano la legge servendo spiedi vietati confezionati con uccelli protetti. PARTIAMO dal secondo provvedimento: decisamente una rarità nel Bresciano nonostante i sequestri di avifauna pronta per essere cucinata negli esercizi pubblici non siano mancati, anzi. A farne le spese, semplicemente grazie all’applicazione della legge nazionale sulla caccia, la 157 del ’92, sono stati i titolari della trattoria «Bivio» di Odolo, inguaiati nel dicembre del 2016 da un blitz degli allora forestali (oggi sono carabinieri forestali) della stazione di Vobarno dell’ex Cfs. Gli agenti avevano fatto visita al ristorante mentre si stava preparando uno spiedo vietato da servire ai clienti già prenotati per la sera, e avevano sorpreso i cuochi mentre sistemavano per la cottura ben 168 esemplari, quasi tutti protetti e in particolare fringillidi. Era solo la punta dell’iceberg, perchè per ridurre i rischi, i ristoratori del Bivio avevano nascosto il grosso degli uccelli proibiti a casa. Lo ha scoperto la successiva perquisizione, che ha portato a oltre 500 il totale dei capi appartenenti a specie protette e particolarmente protette acquistati ovviamente in nero dagli uccellatori. Denunciati per commercio e detenzione di avifauna protetta, i titolari hanno scelto la strada dell’oblazione, e quando la pratica è stata chiusa da una sentenza del Tribunale la Questura ha semplicemente applicato un provvedimento previsto sempre dalla legge nazionale in materia, sospendendo per un mese la licenza della trattoria. Il secondo provvedimento restrittivo della Questura ha riguardato i sette cacciatori-bracconieri, quattro di Idro, uno di Nave, uno residente a Capovalle e l’ultimo trentino, che nell’ottobre scorso erano stati individuati e denunciati dagli agenti della Polizia provinciale del distaccamento di Vestone al termine di una battuta: il gruppo, di cui facevano parte due recidivi, aveva ucciso una femmina di capriolo e il suo piccolo di pochi mesi al di fuori di ogni legge e in modo crudele, ovvero usando le munizioni a pallettoni (rigorosamente vietate in questo caso) che si impiegano per la caccia alla lepre. Gli agenti del Nucleo ittico venatorio avevano seguito e bloccato i cacciatori sul territorio di Capovalle, e dopo la denuncia, a distanza di poche settimane dagli uffici di San Polo per loro è arrivata la seconda tegola: sei di loro non potranno più andare a caccia, almeno legalmente, e un settimo dovrà prendersi una lunga pausa. •

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