Riapre il piccolo Eden dei cacciatori

di Alessandro Gatta
L’area all’interno della quale sorge il quagliodromo di Soprazocco:  entro fine estate forse la riaperturaUna parte del porticato esternoAlcune delle attrezzature
L’area all’interno della quale sorge il quagliodromo di Soprazocco: entro fine estate forse la riaperturaUna parte del porticato esternoAlcune delle attrezzature
L’area all’interno della quale sorge il quagliodromo di Soprazocco:  entro fine estate forse la riaperturaUna parte del porticato esternoAlcune delle attrezzature
L’area all’interno della quale sorge il quagliodromo di Soprazocco: entro fine estate forse la riaperturaUna parte del porticato esternoAlcune delle attrezzature

Non c’è ancora una data per l’attesa riapertura, ma sarebbe strano il contrario: al piccolo Eden dei cacciatori di Soprazocco, il quagliodromo in località Rossino che giace abbandonato da due anni e qualche mese, mancano ancora parecchi ritocchi prima di renderlo presentabile (ci sono rifiuti da portare via, sacchi da svuotare, bottiglie vuote e sigarette spente, qualche sedia qua e là). Ma la notizia di questi giorni è un’altra, fresca di doppia delibera: il Comune ha infatti ufficializzato, nero su bianco, la concessione della struttura (da 50 metri quadri) in uso gratuito per 15 anni (rinnovabili) alla neonata associazione sportiva dilettantistica «Quagliodromo il ritrovo», affiliata alla Fidc, la Federcaccia che l’aveva comunque gestito per anni, fin dall’inizio, prima dell’improvvisa (e contestata) chiusura. Per farla breve, il quagliodromo presto o tardi dovrebbe riaprire i battenti: pare che in questi giorni si stia lavorando agli ultimi dettagli per l’utilizzo anche del terreno circostante (che è una proprietà privata) e per le autorizzazioni per lo svolgimento dell’attività sportiva. Qualche premessa doverosa, per inquadrare la situazione: il quagliodromo esiste da quasi 20 anni, un edificio che il Comune stesso definisce «una sorta di magazzino e ricovero attrezzi», registrato solo nel 2010 nel catasto fabbricati e comunque «realizzato senza alcun titolo edilizio abilitativo». L’UTILIZZO è stato normato fino al 2005, quando è scaduta l’ultima, vera convenzione: l’immobile è stato comunque utilizzato per altri dieci anni, «probabilmente - scrive il Comune - sulla scorta di intese informali, raggiunte con amministrazioni precedenti ma mai formalizzate». È tra il 2015 e il 2016 che viene chiuso, non mancano accesi dibattimenti tra Fidc e municipio, nel febbraio di quell’anno il consiglio comunale dichiara l’edificio «di pubblico interesse, per le attività sportive e ricreative», conservandolo al patrimonio pubblico (altrimenti, essendo abusivo, poteva essere abbattuto) ma senza che mai venga riaperto. L’IMMOBILE, seppure «condonato», deve comunque essere messo a norma per ottenere l’agibilità. Nelle ultime settimane la volata finale: il 22 marzo l’associazione «Quagliodromo il ritrovo» ha fatto formale richiesta di utilizzo, in questi giorni l’accordo e la stipula del contratto. Toccherà all’associazione «provvedere a propria cura e a proprie spese all’esecuzione di tutti gli interventi necessari al fine di renderlo agibile», e ancora «l’utilizzo dell’immobile è sottoposto al deposito, a carico dell’associazione, dell’attestazione di idoneità statica e sismica» oltre agli allacci alle utenze. Nessuna data ufficiale, dicevamo, ma qualche indizio arriva proprio dall’albo pretorio: lo schema di contratto viene dichiarato «esecutivo» dal 19 giugno, chissà che per l’estate non venga davvero (re)inaugurato. «Riconosciamo l’impegno di un gruppo di cittadini gavardesi che si è messo a disposizione per mettere a norma l’edificio - spiega il vicesindaco Sergio Bertoloni - ma anche la nostra volontà è chiara, come dimostrano le delibere. Vigileremo sui lavori, e che tutto si risolva per il meglio». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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