Preso il bracconiere
fantasma. La lista
nera sempre più lunga

Un altro fine settimana di intensa attività per i carabinieri forestali
Un altro fine settimana di intensa attività per i carabinieri forestali
Un altro fine settimana di intensa attività per i carabinieri forestali
Un altro fine settimana di intensa attività per i carabinieri forestali

L’illegalità venatoria è tornata in questi giorni nel mirino dei carabinieri forestali. Nella rete dei militari della stazione di Vestone è finito un uccellatore di lungo corso.

PER PRENDERLO sono state necessarie ripetute uscite anche notturne, perchè entrava in attività da alcuni anni solo in novembre pensando così di sfuggire ai controlli venatori, che sono concentrati soprattutto in ottobre, piazzava le sue trappole per i piccoli uccelli insettivori attorno a fienili e negli orti nel mezzo della vecchia Levrange, a Pertica Bassa, in punti in cui qualunque persona sarebbe visibilissima in pieno giorno.

Inoltre, per essere ancora meno individuabile aveva iniziato a collocare i «sep» all’imbrunire, lasciandoli in funzione tutta la notte per poi arrivare nelle primissime ore del mattino a rimuovere tutto. All’alba di domenica, dopo un lungo appostamento al buio, i carabinieri forestale lo hanno visto arrivare col fucile: il cacciatore residente proprio a Levrange, oltre alla denuncia ha subito anche il sequestro delle trappole e dell’arma.

Risale invece a sabato una operazione dai colleghi della stazione di Vobarno a Casale di Agnosine, con la denuncia contemporanea di padre e figlio. Il primo, capannista, aveva ucciso un ciuffolotto (una specie protetta) e gestiva 7 richiami vivi di specie consentite (tordi e merli regolarmente esposti all’appostamento) ma con anellini identificativi chiaramente tagliati e ricollocati. Erano quindi esemplari catturati illegalmente, e nell’elenco c’erano anche due frosoni (protetti e nascosti) che teoricamente, dato che il capannista ha il tesserino di allevatore amatoriale, dovevano essere nati in cattività. In realtà erano stati catturati e dotati di un anello manomesso. Il figlio stava praticando la caccia vagante lì vicino e aveva abbattuto un fringuello. E sempre i carabinieri forestali di Vobarno, a Preseglie hanno denunciato un vagantista che usava un richiamo elettroacustico e che oltre ad aver abbattuto specie protette aveva lasciato incustodite nell’auto ben 98 munizioni da caccia. A Padenghe hanno individuato due capannisti con richiami vivi dotati di anellini manomessi. A Soiano hanno verbalizzato un altro cacciatore che aveva attrezzato i suoi due cani con collari elettrici perchè fossero più «obbedienti», e a Calvisano altre tre persone, sempre per l’uso dei «fonofil» e per l’uccisione di alcune tortore dal collare. C’è poi il bilancio dell’attività dei militari della stazione di Gavardo, i quali oltre a cercare di salvare uno sparviere impallinato a Botticino, si sono messi al lavoro nei giorni scorsi insieme ai colleghi del Nas per contrastare la pratica ancora molto diffusa degli spiedi illegali nei ristoranti.

I CONTROLLI mirati hanno portato alla denuncia di un ristoratore di Sopraponte di Gavardo in cui si stavano servendo portate di tordi che erano stati ufficialmente abbattuti dai cacciatori presenti attorno ai tavoli, ma che erano stati cucinati a pagamento (l’utilizzo commerciale dell’avifauna è vietato), e di un altro esercizio della stessa frazione per la presenza di alimenti scaduti. A Serle è finito nei guai un barista che, privo di spazi adeguati e di autorizzazioni alla ristorazione, stava per preparare degli uccelli in padella per venti avventori. Qualcuno è riuscito a far sparire gli uccelli - ma la sanzione amministrativa per le altre violazioni è arrivata comunque. P.BAL.

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