Per il Santuario
il futuro
è un rebus

di Alessandro Gatta
Il santuario della Madonna di Paitone è uno dei luoghi di culto più frequentati della provincia L’altare maggiore con la tela dipinta dal MorettoLe preziose decorazioni e gli affreschi del soffitto
Il santuario della Madonna di Paitone è uno dei luoghi di culto più frequentati della provincia L’altare maggiore con la tela dipinta dal MorettoLe preziose decorazioni e gli affreschi del soffitto
Il santuario della Madonna di Paitone è uno dei luoghi di culto più frequentati della provincia L’altare maggiore con la tela dipinta dal MorettoLe preziose decorazioni e gli affreschi del soffitto
Il santuario della Madonna di Paitone è uno dei luoghi di culto più frequentati della provincia L’altare maggiore con la tela dipinta dal MorettoLe preziose decorazioni e gli affreschi del soffitto

Addio suore: tempo un mese e le religiose dell’Istituto delle Figlie del Sacro Cuore di Gesù lasceranno il santuario che svetta sulla cima di via Viotti, per trasferirsi una a Roma e le altre due in Val Seriana. Ma la storia plurisecolare del Santuario della Beata Vergine non finisce qui: visitato da migliaia di persone ogni anno, rimarrà aperto e curato grazie alla disponibilità di una quindicina di famiglie, disposte a trasferirsi a turno più o meno una volta alla settimana.

UNA SOLUZIONE per forza di cose temporanea: la parrocchia di Santa Giulia, guidata da don Santo Pontigia, sta cercando qualcuno che prenda il loro posto. «Siamo in contatto con diversi istituti religiosi femminili - spiega il parroco - per vedere se ci sia la possibilità di continuare la straordinaria opera delle nostre suore». Che se andranno dopo 36 anni. Dal 1982 hanno custodito il santuario, la sua storia plurisecolare (si dice che nel Ferragosto del 1532 vi apparve la Madonna) e hanno accolto visitatori e pellegrini. Adesso è tempo di lasciare, e il motivo è soprattutto anagrafico. «Le ringraziamo tantissimo per tutto quello che hanno fatto - continua don Santo - perché è grazie a loro che il santuario negli anni è stato rilanciato. Le salutiamo, ma allo stesso tempo siamo fiduciosi che si trovi qualcuno che possa sostituirle: della cosa se ne sta occupando in prima persona don Italo Gorni, il parroco di Gavardo, vicario episcopale e punto di riferimento per la vicenda. Se invece qualcuno non si troverà, allora ragioneremo diversamente: certo la decisione non spetta alla parrocchia, ma deve essere condivisa con il vescovo». A proposito di vescovo: anche Pierantonio Tremolada è atteso al santuario, «per una visita prima della partenza delle sorelle». Che intanto invitano fedeli e non solo alla festa patronale in programma proprio a Ferragosto, il giorno dell’apparizione, con messe mattutine con cadenza oraria dalle 6 alle 11, vespri e rosari il pomeriggio, il concerto del coro Erica diretto da Enzo Loda alla sera, la pesca di beneficenza, e pure il bus navetta dal municipio. L’ultimo abbraccio alle suore del santuario è fissato invece per la mattina del 26 agosto, alle 10.30 con una messa in parrocchiale. In mezzo al verde si respira la storia: l’autorizzazione a edificare il Santuario fu concessa nel maggio 1534 dal vescovo Mattia Ugoni, a meno di due anni dall’apparizione della Madonna al giovane Filippo Viotti (a lui è intitolata la via che porta al tempio). La nuova vita (moderna) del santuario la si può far risalire al 1982, quando arrivarono le suore: in quegli anni l’edificio venne ristrutturato da cima a fondo, grazie alle offerte dei fedeli e al lavoro di tanti volontari. Dentro e fuori, dice ancora don Santo, «il santuario è un gioiello»: una tela del Moretto (che venne rubata e poi ritrovata), affreschi dei Trainini, lunette ad olio del XVII secolo. «La gente è molto dispiaciuta per l’addio delle suore - spiega il vicesindaco Maria Teresa Cavalleri - ma è ferma la volontà che ci sia una continuità, religiosa e culturale».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Suggerimenti