Nasce la casa di riposo versione 2.0

di Alessandro Gatta
In una simulazione grafica l’aspetto della futura casa di riposo «La Memoria» di GavardoIl parco interno alla strutturaUn altro scorcio della futura Rsa
In una simulazione grafica l’aspetto della futura casa di riposo «La Memoria» di GavardoIl parco interno alla strutturaUn altro scorcio della futura Rsa
In una simulazione grafica l’aspetto della futura casa di riposo «La Memoria» di GavardoIl parco interno alla strutturaUn altro scorcio della futura Rsa
In una simulazione grafica l’aspetto della futura casa di riposo «La Memoria» di GavardoIl parco interno alla strutturaUn altro scorcio della futura Rsa

Finalmente svelati i dettagli del maxi-ampliamento della casa di riposo di Gavardo di via Santa Maria, gestita dalla Fondazione La Memoria: tutti i documenti della fase preliminare adesso sono pubblici, liberamente consultabili sia sul sito internet del Comune che sul portale Sivas della Regione. Come anticipato dal presidente Massimo Zanella, il progetto vale complessivamente 8 milioni di euro, e prevede il potenziamento dei servizi alla persona (l’obiettivo è aumentare i posti letto da 75 a 100) con l’ampliamento della struttura, il rifacimento della cucina, la realizzazione di un centro diurno e di una palestra dedicata alla fisioterapia ma aperta anche agli esterni. Dal punto di vista tecnico si tratta di un Piano integrato di intervento in variante al Pgt, e per questo dovrà essere adottato e approvato dal consiglio. L’intervento si svilupperà in due fasi, due stralci che però non è detto che vengano attivate in «diretta successione»: in generale la Fondazione amplierà i suoi spazi di oltre 1000 metri quadrati, con l’acquisizione (nella prima fase) di un’area già oggi adibita a servizi sanitari e assistenziali, di proprietà del Comune, e di un’altra area sempre di proprietà comunale (nella seconda fase) attualmente adibita a residenziale «popolare» ma che verrà convertita per utilizzi sanitari. Nel progetto è programmato anche un sostanzioso intervento di razionalizzazione degli spazi pubblici, non solo i parcheggi ma anche il vicino parco Amarcord per cui è già pronta una riqualificazione, con la realizzazione di una riserva idrica per l’irrigazione e di un’area porticata a uso pubblico a ridosso degli spazi verdi. Altro aspetto delicato riguarda la delocalizzazione del pozzo potabile di proprietà comunale ma gestito da A2A (ora Acque Bresciane): sia questo intervento che la delocalizzazione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica citati poco fa sono «vincolanti» all’attuazione del secondo stralcio. Tra le cose da fare anche la separazione delle reti di collettamento interne, la realizzazione di una vasca di laminazione delle acque meteoriche per i nuovi edifici, la sostituzione delle centrali termiche con fonti energetiche rinnovabili. Dal punto di vista edilizio, il Piano prevede la realizzazione di un «cursore di collegamento» tra il corpo di fabbrica principale attualmente utilizzato e il futuro ampliamento: la facciata dell’edificio storico (già ampliato nel 1975 e nel 1988) sarà mantenuta – si legge nella relazione preliminare – con interventi “consoni alla salvaguardia delle componenti storiche, edilizie e compositive». LA CRONOLOGIA (presunta) dei lavori: la fase autorizzativa durerà un anno, e quindi già per la fine del 2018 si potrebbe prevedere la posa della prima pietra. Ci vorranno poi due anni per portare a termine il primo stralcio, due anni per la «fase vincolante» (il pozzo e l’edilizia residenziale), un anno e mezzo per il secondo. Al termine dell’opera gli spazi della Fondazione supereranno i 6100 metri quadrati (oggi sono poco più di 4700). Un balzo nel futuro grazie a un restyling milionario. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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