Mura, emozioni sotto le stelle attorno al lago di Bongi

La liberazione in acqua di alcuni esemplari salvati dall’asfalto
La liberazione in acqua di alcuni esemplari salvati dall’asfalto
La liberazione in acqua di alcuni esemplari salvati dall’asfalto
La liberazione in acqua di alcuni esemplari salvati dall’asfalto

Inizia da lontano il report dei ragazzini della elementare di Mura, coinvolti per la prima volta quest’anno nel Progetto rospi che nella prossima primavera, grazie all’intervento finanziario di Enel Green Power, Comunità montana e Comune, troverà attuazione concreta attorno al lago di Bongi. «Il 28 febbraio gli esperti hanno tenuto un intervento didattico nella nostra scuola. La presentazione è stata molto interessante e coinvolgente. Abbiamo imparato tante cose sulla vita degli anfibi e appreso che, sul lago di Bongi, guardie ecologiche e volontari si attivano per salvarli lungo la strada che costeggia il laghetto». «NEL PERIODO dell’accoppiamento scendono dalla montagna al lago per deporre le uova per poi fare il percorso inverso - spiegano -, ma l’istinto si scontra con la realtà del progresso: la strada che separa la montagna dal lago rischia di essere la loro ultima meta». «Poi, la sera del 5 aprile, con lo scuolabus, accompagnati dalle nostre insegnanti, da alcuni genitori, dalle guardie ecologiche e dai volontari della Protezione civile, siamo stati coinvolti in un’uscita notturna al laghetto di Bongi», ricorda Francesco. «Eravamo impazienti e curiosi. Tutti dovevamo essere muniti di secchiello, paletta, guanti, torcia e giubbini catarifrangenti», aggiunge Rossella. «Arrivati in Bongi ci hanno raccontato che un paio di giorni prima, sulla strada, c’erano centinaia di rane e rospi morti», rievoca Amanda. «Gli esperti a quel punto ci hanno spiegato ciò che dovevamo fare: capire dove andava il rospo, raccoglierlo nel secchio e portarlo a destinazione e così abbiamo potuto aiutarli risparmiando loro tanta strada» dice Nicol. «Così ognuno di noi si è messo all’opera: raccoglievamo nei secchi i rospi che dovevano deporre le uova e li portavamo al lago, e riportavamo al sicuro nel bosco quelli che le avevano già deposte» riprende Rossella. «I rospi nel mio secchiello continuavano a saltare per cercare di uscire ma, con le zampe, non riuscivano ad attaccarsi alle pareti scivolose del recipiente» prosegue Francesco. «Per la prima volta - spiega Diego - ho toccato un rospo!». «All’inizio avevo un po’ paura, ma poi ho capito che sono animali indifesi e impauriti e mi sono tranquillizzata. Eravamo un gruppo numeroso perciò ne abbiamo raccolti molti. Il momento che più mi è piaciuto è stato quando li raccoglievo e li mettevo nel secchiello» sostiene Noemi. «HO VISTO rospi di diverse dimensioni: le femmine erano più grosse, i maschi un po’ meno» è il ricordo di Giulia, mentre per Matteo è stato «molto bello il momento in cui abbiamo illuminato con le torce le acque del lago per liberare i rospi vedendo i pipistrelli che volavano». Per Elena è stata «un’esperienza indimenticabile!», e tutti i ragazzini della pluriclasse quarta e quinta «ringraziano tutti coloro che ci hanno fatto vivere una serata emozionante». Il 5 aprile scorso attorno al lago di Bongi c’erano anche i bambini più giovani della classe terza: «Muniti di torcia, guanti e secchielli ci siamo subito incamminati alla ricerca di rospi ancora vivi per posarli nei nostri recipienti e aiutarli a raggiungere il laghetto o il bosco. Purtroppo molti giacevano morti sull’asfalto, schiacciati dai veicoli che percorrono quella strada. Inizialmente eravamo impacciati nel toccarli, ma è stata un’esperienza emozionante e molto interessante che speriamo di poter ripetere il prossimo anno». •

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