Il secondo «atto» del teatrino parrocchiale

di Massimo Pasinetti
Le attuali condizioni in cui versa la facciata del teatrino di BioneIn una simulazione grafica il futuro aspetto dell’ex sala parrocchiale
Le attuali condizioni in cui versa la facciata del teatrino di BioneIn una simulazione grafica il futuro aspetto dell’ex sala parrocchiale
Le attuali condizioni in cui versa la facciata del teatrino di BioneIn una simulazione grafica il futuro aspetto dell’ex sala parrocchiale
Le attuali condizioni in cui versa la facciata del teatrino di BioneIn una simulazione grafica il futuro aspetto dell’ex sala parrocchiale

Tutto è iniziato più o meno a fine 2016, quando all’interno della compagnia «Ghe sum a noter» ha cominciato a farsi strada l’idea di recuperare il vecchio teatrino parrocchiale di Bione. Da allora ne è passata di acqua sotto i ponti della Valsabbia. Riunioni, incontri, progetti, l’appoggio incondizionato di don Aurelio Cirelli e della parrocchia di Santa Maria Assunta, la nascita di un apposito comitato e infine il progetto per il recupero vero e proprio della struttura chiusa addirittura dal 1994. «IL NOSTRO OBIETTIVO - spiegano quelli del Comitato per il teatro di Bione - è ristrutturare e rivitalizzare uno spazio che, realizzato nel secondo dopoguerra, fino agli anni Ottanta è stato il cuore della comunità, ospitando proiezioni cinematografiche e spettacoli». Tra i tanti, le commedie dialettali che a Bione erano portate sul palco addirittura da tre compagnie diverse che si esibivano anche oltre i confini della Valsabbia. «Vogliamo provare a dare una risposta alle nuove esigenze di una comunità che è cambiata, riaprendo le porte del teatro e restituendogli la funzione di luogo di incontro e di diffusione della cultura in un paese dove oggi manca una struttura adeguata». Dal 2 gennaio 2017, giorno in cui si è costituito il Comitato, si sono susseguite una serie di iniziative di sensibilizzazione mirate alla riapertura. A partire dallo «Svuota Teatro», che grazie al lavoro dei volontari ha permesso di ripulire gli spazi interni, che negli anni erano diventati un magazzino polveroso e disordinato, in modo da poter finalmente progettare nei dettagli un pieno recupero funzionale. Infine, ultimo e decisivo passo, l’avvio di una raccolta fondi appoggiandosi alla Fondazione Comunità Bresciana, in collaborazione con la parrocchia di Santa Maria Assunta. «Servono soldi ovviamente per passare dai progetti alla realtà, ma servono anche competenze adeguate per partecipare a bandi che co-finanzino il nostro progetto». Per questo è stato distribuito un pieghevole esplicativo, ed è anche possibile, per chiarimenti, scrivere a teatrobione@gmail.com. Nel frattempo, tutto quanto sarà versato sul conto corrente dedicato verrà interamente girato dalla Fondazione alla parrocchia. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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