Emodinamica, si riapre il confronto

di A.GAT.
L’ospedale di Gavardo:  si torna a parlare di Emodinamica
L’ospedale di Gavardo: si torna a parlare di Emodinamica
L’ospedale di Gavardo:  si torna a parlare di Emodinamica
L’ospedale di Gavardo: si torna a parlare di Emodinamica

Ci saranno tutti o quasi, gli attori protagonisti, i diretti interessati e i promotori, oggi pomeriggio al Pirellone per discutere di un tema che da anni tiene banco in Valsabbia e non solo, oggetto di accesi dibattiti e convegni, lettere aperte e raccolte firme, pure un paio di campagne elettorali: la proposta, di cui si parla ormai senza sosta dal 2013, di attrezzare l’ospedale di Gavardo di un proprio reparto di emodinamica, utile sia per diagnosi cardiovascolari preventive che per interventi di una certa urgenza. Dalle 15.30, seduti allo stesso tavolo, si troveranno faccia a faccia il presidente della Commissione Sanità Emanuele Monti, il direttore generale dell’Asst del Garda Peter Assembergs, il primario di cardiologia del presidio gavardese Gian Franco Pasini, i presidenti delle Comunità montane di Valsabbia e Alto Garda, Giovanmaria Flocchini e Davide Pace, il vicesindaco di Gavardo Sergio Bertoloni, tutti quanti convocati dal neoeletto consigliere regionale Floriano Massardi, che a proposito di campagna elettorale ha fatto dell’emodinamica un suo cruccio, una delle priorità assolute. «Proprio per questo ho voluto organizzare in tempi rapidi questo incontro – spiega in una nota – per dare riscontro a un’esigenza fortemente sentita dal territorio. Una richiesta corale e che merita la massima attenzione da parte della Regione: la situazione è nota da tempo, per la mancanza dell’emodinamica la maggioranza dei residenti del bacino con urgenze cardiologiche viene trasportata direttamente a Brescia, al Civile o alla Poliambulanza, oppure a Desenzano. Ma il dato fondamentale è che nei casi di urgenza i tempi di intervento sono fondamentali». Il presidio di Gavardo copre un bacino di circa 130mila residenti (che diventano mezzo miliore in estate). Un’esigenza pratica che si scontra però con il problema dei costi, fino a centinaia di migliaia di euro l’anno: «Siamo consapevoli non sarà semplice – conclude Massardi – ma crediamo anche che uno dei migliori sistemi sanitari d’Europa non possa permettersi mancanze di questo genere». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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