Depuratore del Garda Primi stop dai municipi

di AL.GAT.
L’ultima manifestazione a Muscoline contro il depuratore
L’ultima manifestazione a Muscoline contro il depuratore
L’ultima manifestazione a Muscoline contro il depuratore
L’ultima manifestazione a Muscoline contro il depuratore

Il primo ad approvarla, lunedi sera, è stato ovviamente il consiglio comunale di Muscoline, il paese da cui è partita la lunga battaglia contro il «deturpatore» (lo hanno ribattezzato così), ovvero contro il progetto del nuovo depuratore del Garda (da 26mila metri quadrati e 100mila abitanti equivalenti) che potrebbe essere posizionato in un pianoro agricolo privato in località Longavina. L’altra sera poi è toccato a Montichiari, dove invece si prevede un secondo depuratore per 140mila abitanti, e nei prossimi giorni arriveranno Prevalle e a seguire tutti i Comuni che hanno aderito al «fronte del Chiese». DOPO l’affollata manifestazione di domenica, animata da più di 600 persone, la lotta torna nelle aule dei municipi, con l’approvazione di una serie di mozioni che appunto impegnano i consigli comunali a opporsi al progetto: sia che il depuratore si faccia a Muscoline o a Gavardo (la seconda opzione) sia che si insegua il piano Montichiari, privilegiando - si legge nella delibera che sarà consegnata anche al ministero dell’Ambiente, oltre che alla Provincia e all’Ato - «il potenziamento del già esistente depuratore di Peschiera», una cittadina in cui sono presenti circa 150mila metri quadri di aree militari dismesse. «Il nostro in particolare è un territorio sotto tutela da anni, in cui la crescita urbanistica è sempre stata limitata - ha ricordato in consiglio il sindaco di Muscoline Davide Comaglio -, e anche il Pgt che abbiamo appena approvato rispetta la tendenza storica del rispetto del verde e del paesaggio, con niente di nuovo dal punto di vista edificatorio. Nessuno ha mai detto che il Garda non debba essere depurato, ma è chiaro che questa ipotesi non sta in piedi: per arrivare a Muscoline o a Gavardo le tubature dovranno superare un dislivello di 200 metri, per poi scendere di 5 chilometri tra vigneti e uliveti». INTANTO oggi a Brescia è convocata la riunione del comitato d’indirizzo di Acque Bresciane: «Speriamo che già in quella sede le ipotesi vengano riconsiderate, o che almeno inizino ad ascoltarci. Ad Acque Bresciane abbiamo chiesto il progetto - conclude Comaglio - e dopo 20 giorni ce l’hanno negato dicendoci che siamo stati troppo vaghi nella richiesta. Ma abbiamo già presentato un’altra domanda d’accesso e staremo a vedere». •

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