Depuratore del Garda Gavardo ribadisce il no

di A.GAT.

A Gavardo non c'è spazio per il nuovo depuratore del Garda: non solo dal punto di vista «politico», con l'opposizione dei comitati ambientalisti e dei sindaci della zona che contestano la scelta del fiume Chiese come recettore dei reflui, ma anche dal punto di vista pratico. Nel senso che tra case e colline la zona in cui potrebbe essere sorgere il potenziamento del depuratore intercomunale (che sarà pronto nel 2021, e servirà anche Villanuova, Vallio e parte di Muscoline) non ci sarebbe i lo spazio materiale per posizionare l'impianto da oltre 20 mila quadri che dovrebbe depurare i Comuni dell'alto Garda fino a Salò e San Felice. Questo è solo uno dei tanti spunti emersi giovedì sera nel corso dell’assemblea pubblica organizzata proprio a Gavardo, e per discutere appunto del progetto del nuovo depuratore: le ipotesi in campo, contestate dal cosiddetto «fronte del Chiese», prevedono un primo impianto a Muscoline o Gavardo, e un secondo a Montichiari. Il consigliere regionale M5S Dino Alberti ha suggerito di ricominciare da zero, proponendo un nuovo studio indipendente sull'eventuale localizzazione, coinvolgendo fin da subito i territori interessati. IL TEMA della mancata trasparenza è sempre all'ordine del giorno, come ricordato dal sindaco di Muscoline Davide Comaglio. Filippo Grumi del comitato Gaia ha ricordato le criticità del percorso fluviale del Chiese: in pochi chilometri, ad esempio, sono già presenti e attive le centraline idroelettriche di Gavardo, Muscoline e Prevalle. Tra i sostenitori della «proposta gardesana» c'era solo Giovanni Peretti, sindaco di Castelnuovo e presidente dell'Ats Garda Ambiente: sul Veronese si corre, ha spiegato, e il progetto definitivo è già pronto. Nel Bresciano invece il progetto ancora non si vede: un problema che lo stesso Peretti ha poi ribadito anche ieri pomeriggio, a margine dell'incontro organizzato da sindaci e amministratori di Ats con la Provincia di Brescia.

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