Clibbio, nel borgo delle
farfalle c’è un «tesoro»
che va protetto

di Massimo Pasinetti
«Boloria nymphalidae»«Heteropterus morpheus»«Maculinea arion»«Libythea celtis»
«Boloria nymphalidae»«Heteropterus morpheus»«Maculinea arion»«Libythea celtis»
«Boloria nymphalidae»«Heteropterus morpheus»«Maculinea arion»«Libythea celtis»
«Boloria nymphalidae»«Heteropterus morpheus»«Maculinea arion»«Libythea celtis»

Un piccolo borgo di montagna, con meno di 200 abitanti, diviso in contrade e adagiato in una piccola piana fuori dal mondo. Clibbio, frazione di Sabbio Chiese, è il paradiso delle farfalle. Che qui e solo qui hanno trovato le condizioni ideali per prolificare, tanto che alcune specie non sono rintracciabili in altre zone della Valsabbia, nonostante le tante ricerche e gli studi condotti dagli esperti. Merito di un ecosistema unico, figlio anche di una colonizzazione da parte dell’uomo iniziata solo in tempi recenti. IL BORGO. Clibbio, che dista 3 chilometri e mezzo dal capoluogo Sabbio, ha iniziato a formarsi solo nella prima metà del Settecento, quando alcuni boscaioli di Sabbio, che stavano tagliando la legna in «Val de Clibio», decisero di stanziarsi ai margini di quei boschi, ai piedi della valletta, e formarono il primo nucleo del futuro borgo. Inizia così la storia di un piccolo paese diventato con il tempo una sorta di grande famiglia, dove tutti si conoscono, si aiutano e collaborano tra di loro. Anche dal punto di vista parrocchiale la storia di Clibbio è articolata: per qualche secolo parrocchia indipendente, poi legata a Teglie e quindi a Carpeneda, da alcuni anni fa parte della parrocchia di Sabbio. La chiesa, dedicata a San Lorenzo, ha ripreso piena vita nel 2011, dopo che il terremoto valsabbino-gardesano del 24 novembre 2004 l’aveva resa totalmente inagibile. L’ECOSISTEMA. Ma il vero fiore all’occhiello di Clibbio è la popolazione di farfalle che colora i suoi prati e le sue radure, appartenenti a specie in alcuni casi assai rare o addirittura uniche. Difatti, numerose sono le farfalle osservabili a Clibbio e dintorni ma inesistenti in qualsiasi altro luogo della Valsabbia. Si va dalla «Heteropterus morpheus», scoperta nel 1771, di cui è confermata la presenza di una popolazione abbastanza florida nei pressi di Clibbio, seppur gli esperti temono per la stabilità e la sopravvivenza di questa specie, assente in qualsiasi altro luogo della Valle. C’è poi la bellissima «Papilio machaon», catalogata per la prima volta nel 1758, specie che qui risulta sempre più rara a causa del taglio delle piante nutrici (la «Pimpinella saxifraga» e la «Foeniculum vulgaris»). Distruggendo il loro ambiente si rischia di causare la morte e la scomparsa di queste specie. Anche la «Maculinea arion» si è stanziata nei dintorni di Clibbio, ed è a rischio estinzione soprattutto per il taglio incontrollato di prati ed essenze amate dalla farfalla adulta. Sempre a Clibbio sono stati osservati alcuni esemplari di «Boloria» e di «Celtis». Una ricchezza, quella del piccolo borgo valsabbino, che va difesa e tutelata. Il rischio è quello di compromettere i fragili equilibri di un ecosistema unico nel suo genere e le condizioni che permettono alle farfalle di prosperare. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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