Alpino e partigiano: i 100 splendidi anni del decano di Mura

di M.PAS.
Tanti auguri a Felice Fiori
Tanti auguri a Felice Fiori
Tanti auguri a Felice Fiori
Tanti auguri a Felice Fiori

Oggi a Mura ci sarà un pranzo al ristorante molto speciale: al centro del brindisi ci saranno i cento anni del reduce Felice Fiori. Messo al mondo il 3 giugno 1918 da Aurelia Gabrieli, secondo di 9 figli, a parte i 6 anni trascorsi da militare ha sempre fatto il contadino e l’allevatore. E solo a 82 anni ha lasciato le sue 30 mucche di razza bruna. In guerra - dal ’39 fante nell’87esimo Lupi di Toscana - è stato in Albania e in Francia; «poi in Grecia, dove ho avuto il battesimo del fuoco. Quindi in Calabria, da dove l’8 settembre ’43 sono tornato a Mura, ma per combattere nella 22esima Brigata Garibaldi». IL 10 AGOSTO 1944 a Mura venne data alle fiamme casa Fiori e morirono dei partigiani: «Le brigate nere presero in ostaggio la mamma, le mie due sorelle e un fratellino imponendoci di consegnarci per non ucciderli. Ci consegnammo e finimmo a Idro, nell’albergo Milano, dove fummo torturati. Poi a Canton Mombello e quindi in campo di concentramento - racconta l’ex combattente -. Ma durante un bombardamento a Trento fuggimmo verso Mura». Dopo il 25 Aprile Felice riuscì a catturare il fascista Bianchi, torturatore suo e dei fratelli: «Mi disse di far di lui quel che volevo ma di salvare i suoi due figli. Allora chiusi la porta e andai via senza fargli nulla. Noi non eravamo come loro». Nel ’46 Felice sposa Martina Crescini di Mura. E con lei, levatrice che farà nascere 2.500 bambini persa nel 2012 dopo 66 anni di unione, nel ’50 si sposta a Casto, dove sono nati Bruna, Alba e Romano. •

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