Val Rabbia, un grande muro contro la paura

di Lino Febbrari
Le difese spondali realizzate lungo il Rabbia a SonicoUn’altra immagine di uno dei  cantiere fluviali più grandi d’Europa
Le difese spondali realizzate lungo il Rabbia a SonicoUn’altra immagine di uno dei cantiere fluviali più grandi d’Europa
Le difese spondali realizzate lungo il Rabbia a SonicoUn’altra immagine di uno dei  cantiere fluviali più grandi d’Europa
Le difese spondali realizzate lungo il Rabbia a SonicoUn’altra immagine di uno dei cantiere fluviali più grandi d’Europa

I ripari lungo la sponda orografica sinistra, dal ponte di Rino fino a ben oltre il punto in cui il torrente si getta nell’Oglio, sono ultimati. Restano da posare i massi sull’altra sponda e da innalzare gli argini a monte dello stesso ponte; per una lunghezza di una ventina di metri. Il programma prevede la conclusione del cantiere entro febbraio del prossimo anno, e quindi, tra poco più di due mesi, a Sonico arriverà in porto il terzo lotto degli imponenti lavori di messa in sicurezza della Val Rabbia.

ANCHE QUESTO intervento è stato finanziato dalla Regione con 200 mila euro, e il Comune ha affidato la progettazione agli uffici tecnici della Comunità montana, mentre l’appalto è stato assegnato all’impresa Plona costruzioni con un ribasso d’asta del 22%. I circa 35 mila euro così risparmiati (se il Pirellone non ne chiederà la restituzione) verranno impiegati dall’ente locale per apportare migliorie in alcuni punti del corso d’acqua a monte dell’abitato della frazione: quasi certamente per lo svasamento della briglia e per altre piccole sistemazioni dell’alveo.

«Si tratta di un ulteriore, importante tassello per la mitigazione del rischio e per l’aumento del livello di sicurezza del sito e dei nostri concittadini di Rino», commenta soddisfatto il sindaco Gian Battista Pasquini. Sono i numeri - degli investimenti e dei materiali movimentati - a dimostrare che quello attuato negli ultimi due anni nell’area della confluenza del Rabbia nell’Oglio è uno dei più grandi cantieri fluviali d’Europa.

LE PRIME opere iniziarono nell’autunno del 2015, tre anni dopo le devastanti colate detritiche che cancellarono il vecchio ponte di Rino e che trascinarono a valle centinaia di migliaia di metri cubi di materiale.

In sei mesi, e grazie complessivamente a più di 4 milioni e settecentomila euro di contributi regionali, sono stati realizzati chilometri di difese spondali e abbassato il letto del fiume di oltre dieci metri, riportandolo alla situazione antecedente la grande alluvione del 1960.

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