Turismo, Scolari boccia l’«operazione pineta»

di L.RAN.

In Valcamonica la dialettica e anche lo scontro politico sono la norma. Anche quando si tratta di pensare a come fare turismo. Succede a Cevo, col pensiero del sindaco in carica Silvio Citroni, che si trova quasi al termine del secondo mandato, e quello dell’ex primo cittadino di lungo corso Lodovico Scolari, entrambi già impegnati a formare le liste per le amministrative della primavera prossima. Scolari non ha gradito il taglio degli abeti in pineta per far posto agli impianti sportivi, e non ama nemmeno l’ipotesi di ampliamento del prato dell’area feste ipotizzato da Citroni: «Come se non bastasse lo scempio già attuato senza alcuna ragione, distruggendo la corona Sudovest della pineta e davanti allo Chalet, si vorrebbe ora manomettere ulteriormente lo stato dei luoghi con interventi dei quali non si capisce la ragione - afferma -, e senza uno studio preventivo da parte di esperti del settore». L’ex sindaco definisce l’operazione «Un accanimento terapeutico nei confronti dello spazio più pregiato e famoso di Cevo, con continui inserimenti di elementi e attrezzature che non fanno aumentare alcun livello di attrattività, come stanno a dimostrare i campetti realizzati lo scorso anno, mentre si lasciano nell’incuria le attrezzature sportive esistenti come il campo di tennis, dove a farla da padroni sono il muschio e le piante che lo circondano, quelle sì da tagliare». Scolari sostiene poi che «se gli interventi già effettuati sono la carta di presentazione del Parco dell’Adamello, che proprio lì si vorrebbe far insediare, allora è meglio che il Parco se ne stia ben lontano». Anche il trasloco degli uffici dell’area protetta divide: «Sembra proprio una bizzarria voler collocare sportelli del Parco all’interno dello Chalet Pineta: da sempre la vocazione di quella struttura e il contesto di tutta la zona fanno riferimento al turismo, al divertimento, allo svago e all’impiego del tempo libero. Si lavori piuttosto per rilanciare la struttura in quella direzione e non come si è fatto negli ultimi cinque anni nei quali si è preferito lasciarla chiusa per riaprire solo il bar pizzeria negli ultimi due». «SE SI VUOLE a ogni costo far funzionare gli uffici del Parco per ospitare un impiegato qualche ora alla settimana, la sede più idonea è la casa del Parco, anch’essa chiusa e peraltro di proprietà dello stesso ente» consiglia Scolari a Citroni, al quale fa notare pure che «utilizzare per questo scopo parte dello Chalet, con una previsione di spesa superiore a quanto è costata la costruzione dell’intero complesso, è un’idea stravagante che non ha né capo né coda. La proprietà di questo edificio e di tutto quanto in essa contenuto è tuttora della Valsaviore spa (della quale Scolari è stato presidente), che l’ha costruita investendo centinaia di migliaia di euro per mobili e arredi che stanno per essere depauperati non si sa bene a che titolo e da chi». •

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