Tari, arriva il consiglio che può cambiare tutto

di Domenico Benzoni

Quella di domani sarà la giornata del verdetto, della probabile conclusione del braccio di ferro politico avviato sul caso dell’applicazione della Tari a Montecampione, e a cascata per il destino (collegato) del Consorzio residenti. Il calendario amministrativo di Artogne prevede infatti la convocazione del consiglio comunale, al cui ordine del giorno, oltre all’approvazione del bilancio di previsione 2018, figura proprio la elibera sulla modifica del regolamento e del piano tariffario per il servizio di raccolta dei rifiuti. SI TRATTA di un punto cruciale, dal quale dipende la soluzione del contenzioso aperto nelle scorse settimane tra Comune e Consorzio dei residenti nella stazione turistica. I toni piuttosto accesi cui era arrivato il confronto sono sfociati, mercoledì 21 marzo, addirittura in un confronto in Prefettura. Un faccia a faccia tra il sindaco Barbara Bonicelli e il presidente del Consorzio, Paolo Birnbaum, alla ricerca di una via d’uscita che consentisse di salvare capra e cavoli, dopo che a palazzo Broletto era arrivato un esposto del Comitato legato alla mancata presa in carico di servizi di competenza comunale nella stazione della bassa valle; per esempio acquedotto e fognature. Nessuno ha voluto commentare l’esito del faccia a faccia in Prefettura, e tutti hanno rinviato i commenti al dibattito che si svolgerà in consiglio comunale domani sera. Si sa però che al confronto bresciano non ha voluto partecipare il Comune di Piancamuno: il sindaco ha motivato la sua assenza con una lettera indirizzata al prefetto, nella quale si spiega che per l’ente da lui guidato la raccolta dei rifiuti a Montecampione non cambia e che il servizio può continuare a essere gestito direttamente dal Consorzio, dato che nessuno ha chiesto di fare diversamente. È ad Artogne che è scoppiata la bolla, quando il Comune, sulla base della normativa sulla Tari entrata in vigore nel 2014, ha ipotizzato di prendersi in carico la questione rifiuti anche nel villaggio turistico. Immediato l’allarme, per il conseguente scioglimento del Consorzio residenti sulla base dell’articolo 1 dello Statuto, secondo il quale «il Consorzio svolge alcune attività che sono proprie della competenza della amministrazioni comunali...e quando anche uno solo dei due Comuni dovesse unilateralmente revocare, anche parzialmente, tale delega l’ente è immediatamente sciolto di diritto». Cambiare lo Statuto? Non sembra sia così facile, dato che servirebbe un’assemblea straordinaria dei residenti, e che il quorum da raggiungere in seconda convocazione è di 550 mila voti espressi in milionesimi per la validazione e di 501 mila per l’approvazione delle modifiche. Non rimane che attendere domani per capire che strada ha imboccato il contenzioso. •

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