Riflettori sull’arte ritrovata Il tesoro del Simoni risplende

di Luciano Ranzanici
Una delle stazioni della Via Crucis di Cerveno appena restaurateL’altra opera realizzata dal Simoni tornata all’antico splendore
Una delle stazioni della Via Crucis di Cerveno appena restaurateL’altra opera realizzata dal Simoni tornata all’antico splendore
Una delle stazioni della Via Crucis di Cerveno appena restaurateL’altra opera realizzata dal Simoni tornata all’antico splendore
Una delle stazioni della Via Crucis di Cerveno appena restaurateL’altra opera realizzata dal Simoni tornata all’antico splendore

Don Giuseppe Franzoni ha scelto la cornice della festa patronale di San Martino per presentare una nuova puntata del complesso e costoso salvataggio del patrimonio d’arte della Valcamonica. A Cerveno si è parlato della conclusione del restauro della quinta e dell’ottava cappella del santuario della Via Crucis di Beniamino Simoni: è stato realizzato a partire dallo scorso anno, e ha seguito il recupero (tra il 2010 e il 2013) delle prime quattro stazioni della spettacolare opera scultorea risalente al Settecento. In questo come nei precedenti interventi il risanamento delle statue e delle cappelle che le contengono è stato eseguito dai restauratori del Consorzio Indaco di Brescia: gli stessi che hanno accompagnato i partecipanti alla «vernice» alla scoperta del lavoro fatto. Al termine dell’inaugurazione è toccato sempre ai tecnici spiegare tempi e modi e naturalmente difficoltà delle operazioni di restauro: un percorso raccontato efficacemente anche dalla mostra fotografica sull’intervento. C’era naturalmente anche il parroco, e commentando la restituzione alla comunità delle due cappelle, la quinta (Gesù aiutato dal Cireneo) e la sesta (Gesù incontra le Pie donne), nella parrocchiale intitolata a San Martino ha fatto un ringraziamento a chi ha reso possibile fin qui l’esecuzione e il finanziamento del progetto, ovvero la Sovrintendenza, la Fondazione Cariplo, la Regione, il Comune, il Bim, e la Fondazione Tassara. Come ha ricordato don Giuseppe, in questa occasione sono stati investiti 240 mila euro (ne erano già serviti 650 mila per le altre quattro già risanate). E le otto mancanti? Il religioso ha fatto appello a una nuova manifestazione di generosità dei precedenti finanziatori, e oggi spera molto anche nel crowdfunding, il progetto di finanziamento popolare che si può sostenere attraverso il sito www.perlecapele.it. A FIANCO della parrocchia per questa ancora lunga operazione di restauro sono comunque schierati il sindaco cervenese Marzia Romano, che invita a preferenziare e a far preferenziare la Via Crucis del Simoni per il censimento del Fai sui «Luoghi del cuore», l’assessore alla Cultura della Comunità montana Simona Ferrarini, che ha riproposto la candidatura del santuario nei «Sacri Monti» lombardi dell’Unesco, e Marco Vitale. L’economista bresciano, che 10 anni fa era stato fra i promotori del restauro delle Capèle, creando insieme a Emilio Chini l’associazione omonima, ha ringraziato tutti quelli che si stanno impegnando in questa impresa, anticipando che in febbraio Brescia ospiterà il convegno nazionale del Fai sulla Cultura delle arti: «Sarà l’occasione per dare visibilità alla valle e alla Via Crucis». •

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