Parassiti «zombie»
nel cimitero
degli alberi

di Alessandro Romele
Un’immagine eloquente della devastazione provocata dall’ondata di maltempo in Val Palot Corsa contro il tempo per rimuovere i tronchi delle piante abbattuteIl bostrico rischia di devastare gli alberi sopravvissuti al maltempo Le  operazioni di bonifica avviate nei boschi sopra Pisogne Mulattiere e sentieri sono ostruiti dalla vegetazione
Un’immagine eloquente della devastazione provocata dall’ondata di maltempo in Val Palot Corsa contro il tempo per rimuovere i tronchi delle piante abbattuteIl bostrico rischia di devastare gli alberi sopravvissuti al maltempo Le operazioni di bonifica avviate nei boschi sopra Pisogne Mulattiere e sentieri sono ostruiti dalla vegetazione
Un’immagine eloquente della devastazione provocata dall’ondata di maltempo in Val Palot Corsa contro il tempo per rimuovere i tronchi delle piante abbattuteIl bostrico rischia di devastare gli alberi sopravvissuti al maltempo Le  operazioni di bonifica avviate nei boschi sopra Pisogne Mulattiere e sentieri sono ostruiti dalla vegetazione
Un’immagine eloquente della devastazione provocata dall’ondata di maltempo in Val Palot Corsa contro il tempo per rimuovere i tronchi delle piante abbattuteIl bostrico rischia di devastare gli alberi sopravvissuti al maltempo Le operazioni di bonifica avviate nei boschi sopra Pisogne Mulattiere e sentieri sono ostruiti dalla vegetazione

Alessandro Romele Dieci particelle comunali devastate, 18 ettari di bosco rasi al suolo più di un migliaio di larici ed abeti rossi spazzati via, sradicati o spezzati. Procede la conta dei danni in Val Palot, a quasi un mese di distanza dalla tromba d’aria che, il 29 ottobre scorso, si è abbattuto sull’area del Sebino e della Vallecamonica. Un bilancio che sembra davvero infinito. In questi giorni, grazie al lavoro di tanti volontari e di due ditte boschive del territorio, le strade agrosilvopastorali che attraversano la valle e che conducono nelle diverse località montane ed agli alpeggi sono tornate ad essere percorribili, ma i segni del disastro sono rimasti. IL BOSCO È DIVENTATO un caotico agglomerato di ramaglie e fusti di alberi altissimi, mentre decine di tronchi pericolanti tracciano diagonali sospese a mezz’aria. «Siamo intervenuti in località Alp – spiega Guido Spagnoli, della ditta Spagnoli – per consentire ai proprietari di raggiungere, anche se non comodamente, le proprie abitazioni. Quando abbiamo iniziato a lavorare sono stati necessari quattro giorni per arrivare fino all’ultima casa. Ci siamo trovati di fronte a un vero e proprio disastro: migliaia di alberi a terra bloccavano le vie di comunicazione, ceppaie pesantissime, ramaglie, massi e terra dappertutto. Il pericolo era costante: il rischio imminente era quello dello schianto di altri alberi». Un paesaggio devastato: l’impressione è quella di un territorio investito da un tornado. Percorrendo la mulattiera che porta in quota pare di trovarsi all’interno di una intricata foresta. Difficile immaginare la potenza del vento di quella sera di ottobre, vedendo enormi fusti sradicati e abeti altissimi letteralmente tagliati a metà dalle raffiche. I collegamenti lungo le mulattiere e i sentieri sono praticamente spezzate in tanti segmenti perché i passaggi sono ostruiti da fusti e rami. «Stiamo lavorando gratuitamente – precisa Spagnoli a scanso di equivoci –. Abbiamo ritenuto che dare una mano era un dovere considerata la situazione di emergenza. La collaborazione con la Polizia boschiva di Pisogne è molto stretta e sta dando frutti importanti sotto il profilo dell’operatività. Abbiamo steso un piano di intervento organico per non improvvisare ed essere incisivi». IN VISTA DELL’INVERNO, in caso nevicasse, anche in modo abbondante, non dovrebbero sussistere problemi, in quanto gli alberi caduti sono consolidati e bloccati da quelli rimasti in piedi. Il pericolo che qualche tronco scivoli verso valle è quindi molto limitato. La questione è legata invece alla possibilità, anzi, alla certezza che le migliaia di fusti schiantati a terra alberi diventino casa e base per i parassiti come il bostrico, che troverà l’habitat ideale per procedere all’attacco degli alberi ancora in vita. Il rischio insomma è che le piante sopravvissute alla tempesta vengano in futuro aggredite ed erose dal parassita. «Se interveniamo immediatamente il pericolo sarà limitato – fa chiarezza il taglialegna –, ma ad oggi ci è stato detto di fermarci qui e di non procedere con il lavoro. Serve invece portare via il legname in terra, altrimenti quest’estate di alberi ne moriranno il doppio. Per non parlare poi dei turisti e degli escursionisti, che si troveranno i sentieri bloccati e malmessi». Nel frattempo la Guardia Boschiva del Comune ha stimato il danno economico: considerato l’esbosco, il suo necessario ripristino, la ripiantumazione e le diverse strade da riqualificare, la cifra si aggira intorno al mezzo milione di euro. Una goccia nell’oceano di danni provocati dal maltempo che solo per quanto riguarda i boschi della Valcamonica si aggira sui 20 milioni. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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