Montecampione,
i commercianti
ci credono

di Domenico Benzoni
Montecampione in versione estiva: si stringono i tempi per il rilancio
Montecampione in versione estiva: si stringono i tempi per il rilancio
Montecampione in versione estiva: si stringono i tempi per il rilancio
Montecampione in versione estiva: si stringono i tempi per il rilancio

La lunga fase di incertezza non si è chiusa del tutto, ma ieri il futuro turistico della bassa Valcamonica ha incassato un punto importante. Lo ha fatto segnare l’assemblea dei commercianti di Montecampione, che si sono riuniti in assemblea straordinaria nel pomeriggio nel cinema della Piazzetta e hanno fatto una scelta capace di dare ossigeno al fondamentale comparto sciistico.

IN DISCUSSIONE c’era il contributo degli addetti ai lavori alla ricapitalizzazione di «Ski area», la società alla quale è ancora affidata la gestione degli impianti di risalita, e l’eventuale scelta delle modalità di partecipazione. E alla fine la decisione è stata quella di rilanciare avallando l’operazione.

È andato in scena un incontro «aperto» che ha visto anche la partecipazione di Matteo Ghidini, l’imprenditore che con Stefano Iorio ha studiato il piano di rilancio della stazione a cavallo tra Artogne e Piancamuno; del presidente di Bim e Comunità montana Olivero Valzelli, di presidente e vicepresidente del Consorzio residenti e naturalmente di Giuseppe Polonioli, al vertice di Ski area. Non hanno invece fatto capolino i rappresentanti delle amministrazioni comunali di Artogne e Piancamuno, e prevedibilmente non è mancato chi ha stigmatizzato la loro assenza. Quasi tutti presenti - invece - gli operatori commerciali iscritti all’associazione, ma a caratterizzare il dibattito pubblico, più che gli operatori del commercio sono stati i residenti.

Fabio Scalvinoni, titolare di una attività nella parte dell’insediamento turistico a quota 1.800, ha lasciato trapelare lo stato d’animo del settore: non si potrà fare a meno di dire sì alla proposta lanciata dal duo Ghidini-Iorio, dato che «nel rilancio del comprensorio ci crediamo - ha detto - ma visto l’andamento economico delle ultime annate, in termini finanziari la partecipazione non potrà che essere simbolica».

GLI ISCRITTI all’associazione guidata da Emilia Arquati hanno invece preferito il confronto a porte chiuse svoltosi dopo il primo passaggio. E al momento di raccogliere i commenti di chi vi ha preso parte si è sentito parlare di un «confronto caloroso». L’esito è stato appunto quello accennato in apertura: alla fine è stato deciso per la partecipazione alla ricapitalizzazione di Montecampione Ski area. E adesso quali saranno i tempi e le procedure? La raccolta delle adesioni dei sottoscrittori, con la relativa definizione della cifra che ogni commerciante è disposto a mettere a disposizione, dovrà avvenire in tempi rapidi: entro il 10 settembre. Dubbi e incertezze? Nel corso dell’assemblea pubblica, al sì alla ricapitalizzazione di Ski area Montecampione, che è stata sostenuta da diversi interventi, ha fatto da contrappunto anche una serie di interrogativi inerenti il piano descritto da Ghidini, che prevede per subito la raccolta di 600 mila euro, ma poi anche un investimento pluriennale che sfiora l’ammontare di cinque milioni di euro.

Per esempio, sulla base di quanto successo in passato Sergio Torromino ha parlato di un «business plan abbastanza ottimistico», mentre Venturi ha chiesto con quali entrate si intende far fronte alla cifra totale. Contributi regionali e aumento dei costi degli ski pass, è stata la risposta di Ghidini, il quale ha poi sollecitato tutti (consorzio Bim, amministrazioni comunali, operatori commerciali, Consorzio residenti, curatore fallimentare e ovviamente Msa) a credere nell’opportunità che sta lanciando.

NON SONO mancate domande anche sulla situazione alberghiera, la cui salute (in questa fase pessima) sarebbe fondamentale per arricchire l’attrattività della stazione: è stata confermata l’esistenza di alcuni interessamenti relativamente all’hotel chiuso da tempo, pronti a partire se si risolveranno le posizioni critiche; prima fra tutte quella degli impianti.

«Puntiamo a una road map comune, che non possiamo per ora definire - ha aggiunto Ghidini - fino a quando non saranno chiari compiti e ruoli».

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