Montagna, il
pericolo nascosto
nel ghiaccio

di Claudia Venturelli
L’elicottero che ha trasportato al Civile l’alpinista milanese ferita
L’elicottero che ha trasportato al Civile l’alpinista milanese ferita
L’elicottero che ha trasportato al Civile l’alpinista milanese ferita
L’elicottero che ha trasportato al Civile l’alpinista milanese ferita

Lotta ancora tra la vita e la morte la 43enne di Monza, Laura De Tomas Pinter, responsabile Project Management di Ubi Banca dell’area di Monza e Brianza, che domenica è precipitata mentre affrontava per la prima volta con il fidanzato Michele Spada, 44 anni, morto sul colpo, il canale misto di roccia e ghiaccio sul Cornone di Blumone, alle spalle del rifugio Tita Secchi al lago della Vacca, nel territorio di Breno.

I TRAUMI toracico e cranico e la frattura in più punti di entrambi gli arti inferiori non consentono ai medici di sciogliere la prognosi, le notizie che trapelano dall’Ospedale Civile di Brescia dicono che non è ancora fuori pericolo. Così non sa che il compagno è la prima vittima che macchia di nero l’inizio del 2019 in montagna. Un mese fa l’ultimo decesso del 2018, il giovane Francesco Cancarini, 28 anni di Brescia. L’anno scorso, si legga la tabella a fianco,in montagna sono morte 9 nove persone. Riguardo all’incidente di domenica, la coppia di alpinisti, equipaggiati con tutto il necessario per affrontare un’ascesa così impegnativa, erano partiti di buon mattino dal rifugio Tita Secchi dopo essere arrivati in quota sabato pomeriggio. La tabella di marcia era chiara: svegliarsi all’alba e affrontare il canale centrale sulla parete ovest della montagna conosciuta per queste escursioni. All’altezza del cambio di pendenza qualcosa è andato storto e prima uno, poi l’altro, hanno perso l’appiglio e sono caduti a valle. Per Michele la morte è arrivata subito; per lei, che ha perso i sensi, le condizioni sono apparse subito gravi, trasportata in ospedale a bordo dell’elicottero del 118 alzato in volo dalla base di Brescia. Per le indagini dei Carabinieri di Breno saranno fondamentali le analisi dei materiali recuperati in quota ed eventualmente la testimonianza di Laura. Intanto tra gli esperti lo sgomento non manca, mentre i tecnici del Soccorso alpino della V delegazione bresciana intervenuti a supporto dell’elisoccorso ricordano che «il rischio zero in montagna - spiega il delegato Pierangelo Mazzucchelli - non esiste. Anche se ti proteggi, anche se sei esperto e preparato, c’è sempre una percentuale di fatalità che va tenuta in considerazione». Ed è questo il caso. «Gente di montagna e preparata - ha commentato chi li ha incontrati a cena, al rifugio, sabato sera - abbiamo visto subito che non erano degli sprovveduti». Ma siccome non tutti affrontano la montagna preparati e adeguatamente equipaggiati, le raccomandazioni non sono mai troppe, bisogna ricordare alcune semplici regole in questo strano inverno: «Non c’è neve, ma c’è ghiaccio - ricorda Mazzucchelli - per questo bisogna muoversi in configurazione invernale, con ramponi (di qualità, con almeno sei punte) sempre ai piedi e bisogna allenarsi ad utilizzarli».

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