Internati, il «grazie» dello Stato ha dimenticato 1.300 camuni

di Luciano Ranzanici
Da sinistra Silvano Depari  e il presidente Anei Carlo Elio Simoncini
Da sinistra Silvano Depari e il presidente Anei Carlo Elio Simoncini
Da sinistra Silvano Depari  e il presidente Anei Carlo Elio Simoncini
Da sinistra Silvano Depari e il presidente Anei Carlo Elio Simoncini

Le guerre fanno danni anche dopo che sono finite; per esempio con forme di rimozione del ricordo che rendono «scomodi» i testimoni diretti. Come i tanti internati nei lager nazisti - civili e militari - letteralmente «dimenticati» dalle istituzioni (e non solo) per decenni. Per loro non c’è stato a lungo nessun riconoscimento, e quando lo Stato ha invertito la rotta in molti erano già morti. I CASI rimasti in sospeso sono comunque centinaia anche in Valcamonica: secondo chi si sta occupando di una memoria tardiva sarebbero ben 1.300. Lo dicono dalla sezione valligiana dell’Associazione nazionale ex internati (Anei), che lo scorso aprile ha organizzato a Gianico la cerimonia di assegnazione della medaglia d’onore alla memoria ad alcuni ex prigionieri militari italiani, e che domani, col presidente Carlo Elio Simoncini, il tesoriere Silvano De Pari e gli altri volontari sarà a Brescia per un’altra consegna. A ricevere il riconoscimento dal prefetto saranno Pietro Bignotti, classe 1921, l’unico vivente, e i parenti di altri 7 camuni catturati dai nazisti e trasferiti in Germania dopo l’8 Settembre 1943. Parteciperanno alla cerimonia i congiunti di Giovanni Benedetti (classe 1923) e di Battista Giacomelli (1922) di Bienno, di Paolo Cominotti (1912) di Cividate, di Pietro Gheza (1914) di Darfo, di Aldo Zaina (1921) di Sonico e di Pietro Melotti (1924) e Giovanni Pessognelli (1921), tutti tornati in Italia dai lager. La nuova consegna si deve proprio all’Anei valligiana, che dalla nascita (nell’aprile 2017) ha avuto il grande merito di essersi impegnata in lunghe e non facili ricerche per individuare nell’Archivio di Stato di Brescia i fogli matricolari dei deportati della valle che hanno i requisiti per essere ammessi al riconoscimento. Per setacciare in modo omogeneo il territorio valligiano nelle ricerche e negli eventuali collegamenti con le famiglie degli ex internati, Carlo Elio Simoncini (335 6301757) e Silvano De Pari (338 7095497) si sono intestati rispettivamente la bassa valle, Luigi Mastaglia la media, Elisabetta Vaira, Claudio Pasinetti e Dario Facchini parte dell’alta Fabio Branchi la parte restante. È De Pari a sostenere che «sulla bae di una prima stima mi sento d’affermare che non sono meno di 1.300 gli ex internati camuni che hanno diritto alla medaglia, mentre solo una piccola parte di loro l’ha ricevuta. In particolare sono stati presi in esame i nomi degli ex internati delle classi 1923/24, ma la nostra ricerca è andata anche più indietro. A oggi abbiamo avuto la possibilità di accedere al 20% dei registri dell’Archivio di Stato». •

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