In catene alla Nk:
«Abbandonati
e dimenticati»

di Luciano Ranzanici
Delia Bonomi incatenata e al megafono davanti alla «Nk» di Ceto Il piccolo presidio di sostenitori della protesta dell’ex dipendente
Delia Bonomi incatenata e al megafono davanti alla «Nk» di Ceto Il piccolo presidio di sostenitori della protesta dell’ex dipendente
Delia Bonomi incatenata e al megafono davanti alla «Nk» di Ceto Il piccolo presidio di sostenitori della protesta dell’ex dipendente
Delia Bonomi incatenata e al megafono davanti alla «Nk» di Ceto Il piccolo presidio di sostenitori della protesta dell’ex dipendente

Si chiama Delia Bonomi la portavoce autoeletta della disperazione e della rabbia di tanti disoccupati camuni alle prese con la mancanza di prospettive. Da ieri mattina si è incatenata con un’amica al cancello d’ingresso della ex «Nk Manifattura» di Nadro, lo stabilimento in cui lavorava chiuso dal 2015, e intende restare così fino a quando «qualcuno», enti o imprese, le darà una risposta sul suo futuro.

La 53enne ormai ex dipendente dello stabilimento tessile, vedova con figli a carico e alle prese con la Naspi, la nuova indennità mensile di disoccupazione che percepisce con gli altri ex lavoratori (per circa 700 euro mensili in discesa, che diventeranno 275 quando si esaurirà nel febbraio del 2019), ha voluto dare nuovamente visibilità a un dramma.

«Mi sento di rappresentare i disoccupati della Valcamonica, e sono tanti, e di rappresentare anche le loro famiglie disperate e incatenate - ha detto l’ex operaia -, e sollecito la sensibilità dei nostri politici che fin qui non hanno fornito alcuna prova di sé. È trascorso un mese e mezzo dall’ultimo presidio davanti allo stabilimento ma non è successo nulla. Da questa mattina riceviamo dai social decine e decine di attestazioni di solidarietà e di vicinanza che ci sostengono in quest’azione - aggiunge al megafono l’ex Nk -, ma siamo alla disperazione totale perché non poter rientrare al lavoro è come perdere tutto. Vorrei tanto, e lo dico senza cattiveria, che i nostri politici trascorressero una sola settimana come stiamo facendo noi per verificare come si comporterebbero».

Oltre a essersi incatenata al cancello, la donna ha anche iniziato da ieri mattina lo sciopero della fame, e a confortarla e sostenerla nella sua azione ci sono alcuni sindaci del territorio, Cristian Meloni, segretario generale della Filctem Cgil di Valcamonica e Sebino, e Carlo Massi della Flai Cgil.

PROPRIO Meloni, che ha seguito le ultime tristi vicende dell’azienda di Nadro, commenta la situazione: «Non abbiamo mai lasciato soli i dipendenti e se è pur vero che con Nk ogni possibilità è preclusa, dobbiamo anche ricordare che ci troviamo di fronte a situazioni di grandissima difficoltà, singole e familiari. Dopo i licenziamenti ci sono stati pochissimi sbocchi lavorativi a fronte dei 72 dipendenti rimasti a casa, in prevalenza donne, e anche un paio di opportunità di riconversione dello stabilimento non hanno avuto seguito. Punteremo sulla riapertura del tavolo istituzionale come nel 2015, allora con scarsissimi risultati, e più in là sul coinvolgimento della Regione per cercare nuovi imprenditori, sapendo che l’attuale proprietario si vorrebbe sbarazzare del capannone».

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