Tempo fa hanno vinto un appalto che affida loro lo sfalcio di erbe e arbusti che crescono lungo l’asse della statale 42 da Rogno al Tonale, e naturalmente avrebbero potuto tranquillamente fermarsi alle prescrizioni del contratto. Invece, gli ospiti della cooperativa «Inexodus» di Malonno si sono trovati di fronte a un problema di coscienza, e quindi si sono trasformati in spazzini, perché i lati della superstrada sono davvero tappezzati di rifiuti di ogni genere, anche ingombranti. Lo hanno fatto anche per un problema tecnico: il trattore utilizzato per il taglio del verde rischiava di rompersi. LE LAME incontravano infatti anche pezzi metallici e tubi, una discarica a cielo aperto inammissibile; vergognosa. «La cosa scandalosa è quello che troviamo - tuona Fortunato Pogna, il responsabile della coop -: gente che fa pipì nella bottiglia e poi la butta, mamme che cambiano il pannolino ai bambini lanciandolo poi dal finestrino: ne ho trovato uno a Malonno, davanti alla lapide che ricorda i due ragazzi morti bruciati. Sono queste le cose che fanno incavolare, insieme all’indifferenza della gente». Guanti e sacchi neri alla mano, i ragazzi di Inexodus hanno setacciato la 42 da Capo di Ponte a Niardo e «abbiamo già riempito trenta sacchi». Lo fanno piegati sotto il Sole: «Tanti passano e ci ridono in faccia - commenta amareggiato -, pensano che stiamo facendo i soldi grazie a loro». Loro sono gli ospiti della struttura; persone alle prese con la tossicodipendenza che stanno seguendo una strada di recupero. «Pretendiamo rispetto - prosegue Pogna -. L’inciviltà che regna sovrana è il termometro di una società individualista e irrispettosa, dell’ambiente e del prossimo». Quel tratto di statale è già stato passato al setaccio dai volontari un paio d’anni fa, ma si è di nuovo punto e a capo. Grazie a tante persone brave a giudicare gli altri ma incapaci di interrogarsi sui propri comportamenti: «Basti guardare quelli che vanno in montagna, non bevono neppure il caffè nei rifugi ma non perdono occasione di lasciare il sacchetto dei rifiuti. La cosa che fa star male è che non pensiamo mai che c’è un futuro per gli altri». •