«Il traforo del Mortirolo è un treno per il futuro»

di Jacopo Manessi
L’alta Valcamonica sogna  una scorciatoia  per la Valtellina
L’alta Valcamonica sogna una scorciatoia per la Valtellina
L’alta Valcamonica sogna  una scorciatoia  per la Valtellina
L’alta Valcamonica sogna una scorciatoia per la Valtellina

Jacopo Manessi Nel cassetto dei sogni - più o meno proibiti - ci sta da almeno 50 anni. Tra dispute e ipotesi, il traforo del Mortirolo è tornato a far parlare di sé: l'opera, di tipo ferroviario, dovrebbe unire la Valcamonica e la Valtellina, risolvendo parecchi problemi infrastrutturali in zona camuna. LA LUCE si è riaccesa qualche giorno fa, a distanza di un paio d'anni da un'assemblea di Confartigianato all'Aprica in cui il presidente della stessa associazione, Eugenio Massetti, si era pronunciato con parole che oggi ripete con grande soddisfazione, per un primo risultato raggiunto: come annunciato da Ugo Parolo - sottosegretario alla presidenza di Regione Lombardia con delega alle Politiche per la montagna - è pronto a partire un importante protocollo che consentirà la valorizzazione del Passo del Mortirolo, oltre al finanziamento di uno studio di prefattibilità per la valutare la realizzazione del traforo. «SONO MOLTO contento che a due anni da quell'occasione, si sia mossa la Regione - riflette Massetti - Significa che le nostre sollecitazioni hanno avuto una eco importante. Così come ritengo che sia fondamentale che le associazioni di categoria facciano questo tipo di analisi. Siamo di fronte a una grande opportunità economica, poi saranno gli studi a indicare come l'opera potrà e dovrà essere realizzata. Intanto mi sento di ringraziare il presidente della Provincia di Brescia Pier Luigi Mottinelli e quello di Sondrio, Luca Della Bitta, per gli sforzi profusi». Il traforo, dunque, è ancora opera d'attualità. Nonostante gli anni che passano: ne è sicuro anche un altro importante riferimento politico dell'alta Vallecamonica come Luca Masneri, sindaco di Edolo. «L'ho sempre sostenuto in tutti i tavoli pubblici a cui ho partecipato: il tunnel trasformerebbe la Vallecamonica in un hub di grandissima importanza a livello europeo - spiega quest'ultimo - Metterebbe in contatto il primo sito Unesco italiano, le incisioni rupestri, con la Ferrovia Retica, chiudendo uno collegamento fondamentale». Secondo Masneri, inoltre, parlano i dati numerici per avvalorare l'infrastruttura: «A Tirano arrivano ogni anno 900mila persone, e l'area si colloca sui grandi corridoi di comunicazione continentali. Siamo a un anno dalle elezioni europee, e sarà nostra cura chiedere a tutti coloro che vorranno candidarsi di essere paladini per la realizzazione del traforo, che potrebbe portare in Vallecamonica 1 milione di persone in più ogni anno. Non dimentichiamo che esistono flussi turistici che seguono in esclusiva i siti Unesco». UN SOGNO per cui si sta spendendo anche la provincia di Brescia, a partire dal presidente Pier Luigi Mottinelli e dal consigliere delegato Diego Peli. «Abbiamo già fatto una serie di incontri con Sondrio e siamo pronti ad affrontare l'argomento - svela quest'ultimo - Riteniamo il traforo un'opera strategica, anche se chiaramente non abbiamo le capacità economiche per sostenerla da soli. L'investimento dipende dal tipo di progettazione che potrebbe esserci, intanto i segnali da parte della Regione sono senza dubbio positivi». Chi vivrà, vedrà. Intanto se ne parla. Di nuovo. Ciclicamente. Da mezzo secolo e forse più. Fu vera gloria almeno questa volta? Ai posteri, come sempre, l’ardua sentenza. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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