I sindaci sfiduciano
il revisore: il no al
bilancio diventa un caso

di Luciano Ranzanici
Una veduta della Valsaviore: l’Unione dei Comuni si spacca sul caso del bilancio bocciato
Una veduta della Valsaviore: l’Unione dei Comuni si spacca sul caso del bilancio bocciato
Una veduta della Valsaviore: l’Unione dei Comuni si spacca sul caso del bilancio bocciato
Una veduta della Valsaviore: l’Unione dei Comuni si spacca sul caso del bilancio bocciato

Prima la ratifica della nomina con tanto di semaforo verde all’unanimità. Poi la sfiducia dettata da una presunta «incompatibilità». Nel mezzo il «no» al rendiconto 2017 dell’Unione dei Comuni della Valsaviore, della quale, dal 30 marzo, la dottoressa Giovanna Ceribelli è revisore dei conti. Fa (e farà) discutere quanto è accaduto all’interno dell’ente comprensoriale al cui vertice siede Aurelia Milesi e del quale fanno parte Berzo Demo, Cedegolo, Cevo, Saviore e Sellero.

PER LA DINAMICA certo, per i modi e per i toni, ma anche perché la dottoressa Ceribelli non è un revisore qualunque. Finita sotto i riflettori delle cronache nazionali ai tempi in cui il suo lavoro fu determinante nel far emergere il giro di tangenti in diversi ospedali lombardi che portò ai 21 arresti dell’operazione Smile, la commercialista di Caprino Bergamasco è un simbolo della lotta alla corruzione. Non a caso fa parte del consiglio lombardo dell’Agenzia Regionale Anti Corruzione, alla cui guida c’è l’ex presidente del Tribunale di Brescia Adriana Garrammone. La medesima Agenzia presso la quale i sindaci dell’Unione, eccezion fatta per Matteo Tonsi di Saviore, hanno deciso di denunciare il comportamento della dottoressa Ceribelli, rivolgendosi per lo stesso motivo anche al Prefetto di Brescia Annunziato Vardé, all’Anac (l’Autorità Nazionale Anti Corruzione) e infine al presidente della Regione Attilio Fontana (insediatosi dopo il voto del 4 marzo). Come spiegato, i ricorrenti avrebbero ravvisato gli estremi di una presunta «incompatibilità» nell’operato del revisore dei conti.

CRITICHE, ovviamente, le minoranze, con il consigliere di Sellero, Severino Damiolini, che ha chiesto spiegazioni (e relativa documentazione) al presidente Milesi in merito alle iniziative intraprese riguardo alla supposta incompatibilità della Ceribelli. Il sospetto di Damiolini è che si possa essere al cospetto, oltre che di «una grave ingerenza della giunta nelle prerogative dell’organismo di controllo, anche di un comportamento palesemente ritorsivo messo in atto nei confronti del revisore, colpevole solamente di aver svolto con scrupolo e diligenza il proprio compito». E la Ceribelli? Al momento resta in carica, facendo sapere di essere intenzionata a rivolgersi a sua volta all’Agenzia Regionale Anti Corruzione della quale fa parte.

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