Consorzio della
Castagna,
scatta il rilancio

di Luciano Ranzanici
Le castagne della Valcamonica sono in cerca di nuove opportunità
Le castagne della Valcamonica sono in cerca di nuove opportunità
Le castagne della Valcamonica sono in cerca di nuove opportunità
Le castagne della Valcamonica sono in cerca di nuove opportunità

L’idea è quella di un rilancio in grande stile, per uscire da un periodo di difficoltà che rischia di affossare il progetto partito nel 1996. Il Consorzio della Castagna di Valle Camonica cerca operatori privati interessati alla gestione delle attività e fino al 15 giugno raccoglierà le eventuali manifestazione di interesse. In ballo la filiera della trasformazione e la commercializzazione dei derivati della castagna. Sono varie le opzioni proposte che interessano, oltre ai prodotti, le competenze e le conoscenze accumulate nel tempo, l’area di attività e le attrezzature, i marchi, il portafoglio dei prodotti e la clientela. Il patrimonio del ramo d’azienda, che il Consorzio è pronto a cedere, è quantificabile in 500.000 euro, «al lordo dell’indebitamento che, ove assunto dal proponente, ne riduce l’esborso finanziario». La legge Madia costringe i soci pubblici a dismettere le loro quote negli enti, e tale normativa riguarda da vicino evidentemente anche il Consorzio della Castagna di Valle Camonica, del quale, oltre a quelli ordinari (175) e ai sovventori (29), fanno parte anche 12 Comuni, la Comunità Montana, il Bim e la Riserva delle Incisioni Rupestri di Ceto, Cimbergo e Paspardo. IL CONSIGLIERE delegato Marco Bezzi ha pubblicizzato pochi giorni fa l’avviso e già sembra che alcuni operatori camuni del settore siano intenzionati alla gestione del Consorzio. Alcuni mesi fa sembrava addirittura che il famoso marchio nazionale Lazzaroni fosse intenzionato a rilevarlo, ma ai propositi non sono poi seguiti i fatti, e ora, dopo aver «risanato» il bilancio (chiude sostanzialmente in pareggio), dopo 22 anni di attività e dopo alcuni anni caratterizzati da difficoltà gestionali e di produzione (il famigerato cinipide ci ha messo del suo), la proprietà intende passare la mano. Nell’avviso di manifestazione d’interesse si legge a chiare lettere: «Gli operatori interessati dovranno confermare l’impegno a mantenere l’attività di prima trasformazione delle castagne nell’attuale stabilimento di Paspardo, celle, essiccatoio, attrezzature, proponendo i necessari investimenti di sviluppo e commerciali». Gli interessati dovranno comunicare le loro intenzioni attraverso raccomandata da trasmettere direttamente al presidente del Consorzio della Castagna o tramite posta elettronica. Dal 1996 il Consorzio si è occupato della valorizzazione della filiera della castagna e della commercializzazione di una serie di prodotti a marchio proprio (castagne fresche e secche, farina, biscotti, birra, acquavite, pasta, panettoni e colombe), anche attraverso la grande distribuzione, operando nella sede di Paspardo e nel laboratorio di proprietà di un’azienda di soci a Ponte di Legno. Ora necessita un rilancio che non può che passare da un progetto privato. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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