Christo fa scuola,
nasce il museo
galleggiante

di Cinzia Reboni
Lo spicchio  del  lago d’Iseo che accoglierà la struttura espositiva «Mirad’Or»: appena sotto il pelo dell’acqua si scorge l’antico lavatoio
Lo spicchio del lago d’Iseo che accoglierà la struttura espositiva «Mirad’Or»: appena sotto il pelo dell’acqua si scorge l’antico lavatoio
Lo spicchio  del  lago d’Iseo che accoglierà la struttura espositiva «Mirad’Or»: appena sotto il pelo dell’acqua si scorge l’antico lavatoio
Lo spicchio del lago d’Iseo che accoglierà la struttura espositiva «Mirad’Or»: appena sotto il pelo dell’acqua si scorge l’antico lavatoio

«Un belvedere pubblico, una sorta di camera oscura e di spazio rassicurante da cui scrutare le onde del lago che si increspano, in quell'istante indefinito in cui la terra e il cielo si incontrano». È la sintesi del nuovo progetto del Mirad’Or a Pisogne, annunciato dal sindaco Diego Invernici nel corso della recente consegna del Premio Romanino a Christo, e che dovrebbe vedere la luce il prossimo anno, dopo il necessario passaggio tra le inevitabili strettoie poste dalla Sovrintendenza, che ha già imposto almeno tre modifiche al piano originario riguardo al luogo, alla copertura e all'impatto paesaggistico.

«IL NUOVO PROGETTO verrà approvato nella prossima Giunta – spiega il primo cittadino -, poi verrà inoltrato all'Autorità di Bacino per poter riconvocare la conferenza di servizi. Provincia e Regione hanno già espresso il loro parere positivo».

Il Mirad’Or diventerà dunque una galleria d’arte. Ma non una qualsiasi: galleggerà sull'acqua. «Gli artisti verranno chiamati ad interpretare un luogo anomalo di transizione tra acqua e terra, su cui verrà edificato il nuovo spazio - spiega Invernici -. Sarà una galleria aperta al pubblico che permetterà di dialogare con il suono delle onde, il rumore del vento e la luce del lago». Un’intenzione che sposa la filosofia di Christo e che ha caratterizzato la sua recente installazione The Floating Piers sul lago d’Iseo.

A forma di cannocchiale, con gli «occhi» puntati da un lato verso l'Accademia Tadini di Lovere e dall’altro verso Montisola, il Mirad’Or sarà uno spazio aperto ma anche un luogo intimo, ed il suo rivestimento in materiale parzialmente riflettente permetterà di ri-mirare il paesaggio in uno spazio ibrido, tra terra e acqua.

«INIZIALMENTE - si legge nella relazione del progetto - erano stati indagati tre possibili luoghi dove realizzare l'opera, tra cui il tratto di lungolago di fronte a Villa Palini, a due passi dal pergolato in legno. L'ultima scelta - quella definitiva - è caduta nell'ansa dove, sommerse ma ancora ben visibili, si intravedono le grandi pietre del vecchio lavatoio pubblico. Un'area protetta dalle onde che permetteva alle donne di lavare i panni a lago, e che verrà rivalorizzata, grazie al progetto del Mirad'Or, con un'illuminazione ad hoc sui bordi di pietra».

Da qui partirà la passerella per la nuova struttura, che misurerà 60 metri quadrati e verrà realizzata in legno Xlam ancorata ad una «zattera» in carpenteria metallica. Le pareti saranno di uno speciale vetro riflettente bianco opalino, rendendo evanescente la presenza del Mirad’Or e sfumandone i colori, come una nuvola sospesa tra acqua e cielo. «Sarà una sorta di belvedere anche quando non ci saranno esposizioni - promette Invernici -. Ma la particolarità di questo progetto sta proprio nel fatto che le opere esposte verranno “appoggiate” sull'acqua. Non esistono strutture di questo tipo in Italia: ce n'è una simile solo a Lugano».

Il primo «sponsor tecnico» di questa iniziativa è stato Massimo Minini, originario di Pisogne, gallerista di fama mondiale, attualmente presidente della Fondazione Brescia Musei, che ha offerto la sua esperienza per portare al Mirad'Or artisti importanti.

«Ma è stata la passione di tutti, e dell'assessore alla Cultura Lorenza Gorini in particolare, a far sì che questo sogno diventasse realtà - sottolinea il sindaco -. Pisogne ambisce a diventare città dell'arte attraverso il recupero e la valorizzazione dei nostri gioielli: dalla chiesa di Santa Maria della Neve alla Torre civica del 1200, fino a questa nuova location espositiva. Ma il raggio d'azione si allarga a tutto il territorio, così ricco di testimonianze culturali: l'Arsenale di Iseo, l'Accademia Tadini di Lovere, la Pinacoteca di Sarnico ed il “nostro” Romanino sono i quattro pilastri fondamentali sui quali costruire un percorso, una “rete” completata dalla ex Cittadini di Marone e dalle Palafitte di Sulzano. Il settore del turismo culturale non ha subìto gli effetti della crisi economica, e questo spiega l'intenzione di perseguire questi obiettivi».

IL MIRAD'OR dovrebbe essere pronto per il prossimo anno, in occasione della terza edizione del Premio Romanino. I costi? «Dai 110 ai 130 mila euro - risponde Invernici -, messi a disposizione dai privati». Un’operazione di grande impatto turistico a costo zero per il Comune.

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