Castagne, il Consorzio resiste ma la politica deve crederci

di Luciano Ranzanici
L’agriturismo Il Castagnolo messo in vendita dal Consorzio
L’agriturismo Il Castagnolo messo in vendita dal Consorzio
L’agriturismo Il Castagnolo messo in vendita dal Consorzio
L’agriturismo Il Castagnolo messo in vendita dal Consorzio

È un risultato speciale quello raggiunto Gabriele Prandini al termine del proprio incarico di presidente del Consorzio della castagna di Valcamonica: il sindaco di Braone ha chiuso il mandato firmando un bilancio positivo (quello d’esercizio del 2017). Non succedeva da nove anni, anche se permane la situazione d’incertezza della società cooperativa. Si registra infatti un calo del fatturato, e comitato esecutivo e consiglio direttivo hanno dovuto abbattere i costi per sistemare i conti. La decisione del presidente uscente di non ripresentarsi per la esigua disponibilità di tempo da dedicare a questa realtà (continua comunque a far parte del cda) ha causato un parziale rinnovo dei ranghi, e se il suo posto è stato preso da Enrica Ruggeri, assessore in Comune a Paspardo, è stato salutato molto positivamente l’ingresso nel consiglio di amministrazione di Giacomo Tiraboschi. Bergamasco, produttore televisivo, Tiraboschi è conosciuto soprattutto come ideatore di «Melaverde», il programma di Canale 5. COSA LASCIA Prandini al suo successore? «Negli ultimi anni l’andamento è migliorato ma la storica situazione di indebitamento ci costringe a dover vendere l’agriturismo Il Castagnolo a 250 mila euro - spiega l’ex presidente -; per poter ripianare buona parte dei debiti e ridare slancio al Consorzio. Attualmente abbiamo una proposta concreta d’acquisto, e se ci fosse anche un altro offerente...». Prandini parla positivamente anche della sua esperienza: «Nonostante il Consorzio continui a navigare in acque difficili a causa dei debiti pregressi, essere riuscito in questi quattro anni a guidarlo nonostante lo si desse già allora fallito è motivo di soddisfazione. Anche se con qualche discontinuità, la società è riuscita a rinnovarsi, a saldare tutti i debiti in scadenza e a chiudere il 2017 in positivo». Tutto ciò nonostante il continuo abbandono da parte dei Comuni, su tutti Breno, e della politica camuna; o almeno di buona parte di essa. «Tocca proprio alla politica della valle decidere se la castanicoltura è qualcosa in cui credere - è l’appello di Prandini - se la raccolta della castagna è qualcosa su cui investire, se i prodotti tipici sono da salvaguardare. Mi auguro che si torni a crederci». •

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