Brucia il palazzo,
studente in salvo
sul tetto

di Lino Febbrari
I Vigili del fuoco impegnati ieri mattina a mettere in sicurezza la parte bruciata del condominio
I Vigili del fuoco impegnati ieri mattina a mettere in sicurezza la parte bruciata del condominio
I Vigili del fuoco impegnati ieri mattina a mettere in sicurezza la parte bruciata del condominio
I Vigili del fuoco impegnati ieri mattina a mettere in sicurezza la parte bruciata del condominio

Uno studente universitario tratto in salvo all’ultimo minuto dai Vigili del fuoco mentre si trovava sul tetto del fabbricato in fiamme, due mansarde completamente distrutte, altri quattro appartamenti sottostanti seriamente danneggiati dall’acqua impiegata per domare il rogo e lo stabile dichiarato inagibile fino a quando i tecnici non avranno appurato la stabilità delle strutture.

PERTANTO i sette sfollati dovranno rimanere ancora per alcuni giorni ospiti di parenti o nelle stanze d’albergo messe a disposizione dall’amministrazione comunale.

È questo il bilancio del disastroso incendio divampato ieri notte attorno alle 3 in un condominio di via Roma a Edolo. Quando i Vigili del fuoco del distaccamento sono giunti sul posto, gran parte della copertura della palazzina di tre piani posta a poche decine di metri dall’oratorio San Giovanni Bosco, era avvolta dalle fiamme.

Molte persone risvegliate bruscamente dai crepitii del fuoco urlavano a squarciagola al ragazzo appollaiato a 15 metri di altezza, senza alcuna via di fuga, avvolto dal denso fumo e con le fiamme a pochi metri che avanzavano inesorabili, che i soccorsi erano arrivati e di stare calmo che presto lo avrebbero messo in salvo.

PER FORTUNA la brutta avventura è finita nel migliore dei modi. «È andata bene: ho visto la morte in faccia», ha mormorato appena messi i piedi a terra e prima di salire sull’ambulanza di Camunia Soccorso che l’ha portato al vicino ospedale per curare una lieve intossicazione da fumo. «L’allarme è scattato poco dopo le tre - spiega il caposquadra Romolo Iovinelli del distaccamento di Darfo che ha coordinato l’intervento - e subito ci hanno spiegato che c’era una persona in difficoltà. Quando siamo arrivati, per fortuna i colleghi volontari di Edolo erano riusciti a recuperarla con la scala italiana. Il seguito, quindi, possiamo dire che è stata l’ennesima operazione di spegnimento tetto: un’incombenza che purtroppo ci capita sempre più spesso. Grazie al lavoro di più squadre (Darfo, Edolo e Vezza) - aggiunge Iovinelli -, siamo riusciti a bloccare l’incendio a metà circa della copertura. È stata però veramente dura domarlo, perché non appena spente le fiamme riprendevano vigore grazie alle folate di vento».

Quanto alle cause che hanno innescato il rogo, l’esperto caposquadra non si sbilancia. «Verificheremo nelle prossime ore se l’incendio è da addebitare al malfunzionamento della canna fumaria, a un guasto elettrico oppure a un fatto doloso - afferma laconico - quello che conta è che nessuno si è fatto male».

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