Archeologia, Paspardo abbatte le barriere

di Luciano Ranzanici
Paspardo: la speciale campana per i visitatori sordi di Sottolaiolo
Paspardo: la speciale campana per i visitatori sordi di Sottolaiolo
Paspardo: la speciale campana per i visitatori sordi di Sottolaiolo
Paspardo: la speciale campana per i visitatori sordi di Sottolaiolo

L’accesso alla storia e alla cultura e la disabilità hanno fatto a pugni per tanti, troppi anni. Adesso però la situazione sta cambiando, e lo dimostra per primo il Parco archeologico nazionale dei Massi di Cemmo; un sito che grazie all’intervento finanziario della Fondazione della Comunità bresciana e all’impegno del Gruppo istituzionale di coordinamento del sito Unesco camuno, della Comunità montana e delle cooperative sociali (con capofila Il Cardo) è ora completamente visitabile anche dalle persone in carrozzina (manca ancora un intervento per i privi della vista, e ne riferiamo a fianco).

MA CEMMO non è rimasto da solo, e recentemente anche la meno famosa ma non per questo meno preziosa area archeologica di Sottolaiolo, a Paspardo, è stata al centro di un intervento di razionalizzazione, in seguito al quale è diventata visitabile anche da persone cieche e sorde, oltre che naturalmente da chi è alle prese con una mobilità compromessa (per questi ultimi visitatori aveva già provveduto, con un intervento di stabilizzazione del suolo, la Riserva delle Incisioni rupestri di Ceto, Cimbergo e Paspardo).

Il progetto è stato steso dallo studio «Babau Bureau» di Venezia ed è stato realizzato con l’idea di permettere una fruizione multisensoriale. Per questo, oltre ai pannelli esplicativi in braille nel parco è stata collocata una struttura ancorata a terra che funziona da corrimano e sostegno lungo il percorso tra le rocce incise. I disabili delle cooperativa «Il Cardo» hanno poi preparato speciali piastrelle sulle quali sono stati riprodotti in rilievo i segni delle rocce incise, e infine il corrimano termina con una campana di cemento proprio a ridosso dei graffiti: su questa struttura è fissato un martelletto azionato da una fotocellula che riproduce il picchiettare della pietra sulla pietra prodotto dai nostri antenati durante le loro incisioni. La vibrazione prodotta dal martelletto dovrebbe servire a riprodurre anche nelle persone con problemi d’udito la sensazione di questo lavorio.

«L’obiettivo è quello di stimolare dal punto di vista emozionale sensi diversi, l’udito, il tatto e l’olfatto - commenta il presidente del Gic Sergio Bonomelli -. Gli interventi ai Massi di Cemmo, a Sottolaiolo e fra breve nel parco comunale di Luine di Darfo sono un punto di partenza: ci impegneremo a rendere accessibili a ognuno, almeno parzialmente, tutte le nostre aree segnate dalla presenza di rocce incise».

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