«Una tragedia senza senso»

di L.C.
I corpi senza vita di assassino e vittima caricati sul carro funebre FOTOLIVE/FILIPPO VENEZIA E FABRIZIO CATTINAI sigilli alla porta dell’appartamento FOTOLIVEL’abitazione dei vicini di casa della coppia FOTOLIVE
I corpi senza vita di assassino e vittima caricati sul carro funebre FOTOLIVE/FILIPPO VENEZIA E FABRIZIO CATTINAI sigilli alla porta dell’appartamento FOTOLIVEL’abitazione dei vicini di casa della coppia FOTOLIVE
I corpi senza vita di assassino e vittima caricati sul carro funebre FOTOLIVE/FILIPPO VENEZIA E FABRIZIO CATTINAI sigilli alla porta dell’appartamento FOTOLIVEL’abitazione dei vicini di casa della coppia FOTOLIVE
I corpi senza vita di assassino e vittima caricati sul carro funebre FOTOLIVE/FILIPPO VENEZIA E FABRIZIO CATTINAI sigilli alla porta dell’appartamento FOTOLIVEL’abitazione dei vicini di casa della coppia FOTOLIVE

Una presenza discreta. Una donna che pensava soprattutto al lavoro e alla famiglia. In paese, a Ome, la conoscevano Sorina Monea, sapevano bene chi era, ma la coppia, a quanto pare, faceva vita molto appartata da quando Florinel, dopo un lungo periodo trascorso in Romania, tra il 2015 e il 2016, da un anno e mezzo circa era tornato in Italia. Tornato per riannodare i fili di una vita segnata profondamente e dolorosamente da gravi disturbi psichiatrici. DISTURBI che forse erano stati anche alla base della perdita del lavoro in un’officina di Monticelli Brusati, dopo il primo arrivo in Italia - era il 2011 - per raggiungere la moglie che già lavorava nella zona della Franciacorta come badante. «Noi non sapevamo niente, non erano seguiti dai servizi sociali del Comune», spiegava ieri il sindaco Aurelio Filippi. Nessun indizio insomma era trapelato, ma le difficoltà dovevano comunque essere tante. Al punto da spingere Florinel a tornare a casa per provare a curarsi e a rimettersi in piedi. UN LUNGO periodo lontano dalla moglie, lontano dall’Italia, poi il ritorno e la sistemazione nella casa di piazza Moro, dopo che Sorina aveva occupato per alcuni anni un altro appartamento. «Si sapeva che lui aveva avuto dei problemi, un esaurimento - raccontava ieri il figlio del vicino - Ma li avevo visti anche di recente insieme, sembravano tranquilli e sereni». Sembravano. In realtà qualcosa si era spezzato. E tra sabato e domenica i demoni del 55enne hanno preso il sopravvento. All’interno della casa, isolata, affacciata solo idealmente sulla piazza, il dramma si è consumato nel giro di pochi minuti. Poi un’intera domenica se n’è andata, con i corpi esanimi sul pavimento. Fino alla scoperta di ieri e a un pomeriggio da incubo segnato dalla follia. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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