Un acquedotto
per due: i
dubbi restano

di Giuseppe Zani
Montisola da Sulzano:  sull’acquedotto a metà è guerra di rubinetti
Montisola da Sulzano: sull’acquedotto a metà è guerra di rubinetti
Montisola da Sulzano:  sull’acquedotto a metà è guerra di rubinetti
Montisola da Sulzano: sull’acquedotto a metà è guerra di rubinetti

Su 16 litri attinti alla fonte, 10 si perdono per strada e solo 6 scendono dai rubinetti. È la criticità che potrebbe mandare in sofferenza l’acquedotto di Sulzano quando sarà collegato con quello di Montisola. «A garanzia che la progettualità condivisa con Montisola non penalizzi Sulzano, abbiamo chiesto che Acque Bresciane si impegni a ridurre significativamente le perdite della nostra rete», ha rimarcato l’altra sera la sindaca Paola Pezzotti rivolgendosi a Mauro Olivieri e Paolo Saurgnani, direttore tecnico e direttore generale di Acque Bresciane, durante l’assemblea sul tema convocata in aula consiliare. «Di acqua ce n’è a sufficienza - ha messo le mani avanti Olivieri - La sorgente Santa Caterina, sul monte, e il nuovo pozzo scavato vicino alla stazione hanno una disponibilità di 40 litri al secondo: a Sulzano ne servono 16, a Montisola 10. Da un monitoraggio sui consumi condotto dal 2015 al 2018 risulta che solo nell’estate del 2017, per tre giorni, e solo per un paio di ore al giorno, l’erogazione dell’acqua è stata interrotta, a Sulzano». Dalla platea Bruno Bettoni ha precisato che il «nuovo» pozzo ha 15 anni ed è stato realizzato per scongiurare l’eventualità che Sulzano rimanesse a secco. «Sono d’accordo che si dia l’acqua a Montisola, anche se Montisola ha portato le sue fogne sulla terraferma, da noi, al lido, in una vasca che non di rado puzza - ha affermato Bettoni - Tuttavia, considerando le perdite, in un anno di siccità potremmo andare in crisi». RASSICURANTE la risposta di Olivieri: «Ci fosse penuria di acqua, la condotta subacquea tra Sulzano e Montisola si chiuderebbe in automatico e a Montisola si riattiverebbe la presa a lago». Olivieri ha pure ricordato che negli anni 2014-2015 l’allora AOB2, poi confluita in Acque Bresciane, costruì, con una spesa di 880mila euro, il 40% dei quali a carico della Regione, un nuovo serbatoio a Martignago e lo collegò alla vasca di accumulo in località Dosso, dove c’è la sorgente Santa Caterina. Quella vasca, ora di 90 metri cubi, sarà ampliata fino a una capacità di 600 metri cubi. Siccome però, quando piove a dirotto, l’acqua della sorgente si intorbida, lì accanto sarà costruito un nuovo impianto di filtrazione. «L’investimento previsto è di 1,2 milioni - ha aggiunto Olivieri - Contiamo di chiudere il progetto in primavera e iniziare i lavori entro l’estate». Olivieri non ha però fornito cifre circa le risorse da destinare alla riduzione delle perdite. Erano l’85% del totale erogato, secondo Bettoni, 15 anni fa. Nel 2017 erano il 75%. Adesso sono scese al 65%. «La rete, lunga 50 chilometri, ha rilanci sino a 700 metri di quota ed è sottoposta a pressioni molto alte - ha spiegato Olivieri - Nel 2016 abbiamo avviato una ricerca sul campo e poi, nel 2017, un rilevamento tramite satellite. Per la sostituzione dei tubi guasti ci concentreremo sul centro storico». Una partita tutta da finanziare. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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