Siluro e gambero killer: la Riserva delle Torbiere darà la caccia agli «alieni»

di F.SCO.
Pesci siluro: previste 16 battute di caccia con storditori e fucili
Pesci siluro: previste 16 battute di caccia con storditori e fucili
Pesci siluro: previste 16 battute di caccia con storditori e fucili
Pesci siluro: previste 16 battute di caccia con storditori e fucili

Sono diventati il «terrore» degli ecosistemi acquatici, per la loro voracità, resistenza e capacità di imporsi come letali antagonisti delle specie autoctone, in particolare di pesci e piccoli crostacei. Adesso viene per loro, i pesci siluro e i gamberi «americani», il turno di essere cacciati e ridimensionati, fino all’eradicazione. Succede in Torbiera, dove la presenza sempre più massiccia di specie alloctone quali il siluro e il gambero della Louisiana rappresenta un rischio crescente per l’ambiente e per la biodiversità. PER MITIGARNE l’impatto, l’ente gestore della Riserva ha deciso di intraprendere un’attività che si svolgerà su due anni, volta al ridimensionamento del problema. Nella Riserva naturale delle Torbiere del Sebino sarà così avviato, nell’ambito del progetto approvato da Regione Lombardia («Interventi di supporto alla biodiversità locale del sito Sic»), con il coordinamento affidato a Marco Mancini, ittiologo del Comitato tecnico scientifico della Riserva, un progetto di pesca selettiva. Una squadra di tre operatori con tutta l’attrezzatura necessaria per l’intervento (barca, motore, elettrostorditore e reti per cattura) acciufferanno i pesci siluro in otto interventi annui con la tecnica dell’elettropesca e in altri otto interventi annui con la tecniche della pesca subacquea con fucile ad arpione. IL GAMBERO «KILLER», invece, sarà catturato con interventi settimanali tramite l’attivazione di 20 trappole (delle nasse tipo bertovelli) con dispositivo di «doppio inganno» per rendere le catture praticamente inesorabili. L’unica incognita è il loro effettivo numero, arduo da valutare. Due anni di caccia, non con la pretesa di eliminare completamente il problema, trattandosi di due specie molto adattabili e resistenti, ma almeno di riportare il fenomeno a proporzioni marginali. Alla fine del progetto ci sarà una verifica dei risultati: seguirà una relazione tecnica con documentazione fotografica conclusiva, che indicherà le attività svolte, i risultati di cattura ottenuti, le comunicazioni relative alle singole uscite periodiche durante l’anno, che dovranno essere singolarmente comunicate all’ente gestore della Riserva naturale delle Torbiere.

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