Sangue, l’allarme della Croce Rossa

Il convegno regionale della Croce Rossa a Palazzolo
Il convegno regionale della Croce Rossa a Palazzolo
Il convegno regionale della Croce Rossa a Palazzolo
Il convegno regionale della Croce Rossa a Palazzolo

Il convegno regionale della Croce Rossa sulla donazione di sangue ha premiato il comitato di Palazzolo, nato nel 1914 e che si estende dal passo del Tonale al Cremonese, considerato un’eccellenza per le donazioni tanto che il comitato regionale ha affidato a una sua donatrice, Renata Pancrazio, la responsabilità del settore.

Nell’incontro è stato sottolineato che il problema nazionale della carenza di sangue è destinato ad accentuarsi in futuro. La Regione Lombardia, che ha raggiunto l’autosufficienza - con la Cri di Palazzolo definita «eccellenza nell’eccellenza» perché fornisce il 30% del fabbisogno dell’ospedale di Chiari - oggi dona il surplus raccolto alla regioni carenti ma il trend non è più lo stesso. Lo sviluppo e la scoperta di nuove patologie, i cambi di stile di vita dei giovani, - con droga, alcol e malattie sessualmente trasmissibili che incidono sul tesseramento - lo screening dei donatori, le nuove pratiche chirurgiche, impongono tanto un rinnovato impegno tecnologico che la diffusione della cultura della donazione e il superamento di gelosie tra le diverse organizzazioni di volontariato.

«La funzione della Croce Rossa è molto più estesa della donazione - ha dichiarato Faustino Belometti, presidente del comitato della Cri di Palazzolo - le certificazioni sia per la selezione dei donatori, sia per gli ambulatori di prelievo imposte dalla legislazione richiedono la collaborazione di tutti. La Croce rossa di Palazzolo ha messo a disposizione delle altre associazioni gli ambulatori di Palazzolo e Corte Franca: l’importante è raccogliere il sangue rispettando le norme a tutela della salute del donatore e di chi riceve il sangue».

Citando il dato nazionale «solo il 3 per cento della popolazione tra i 18 e i 60 anni dona il sangue», uno dei relatori del convegno ha spiegato che «diventa fondamentale non sprecare il sangue disponibile, preparando prima il paziente che affronta questi interventi». G.C.C.

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