Rifiuti in mezzo ai vigneti: alta tensione sulla Bonfadina

di Cinzia Reboni
Una veduta aerea dell’area Bertola-Bonfadina, situata nel territorio di Cazzago San Martino
Una veduta aerea dell’area Bertola-Bonfadina, situata nel territorio di Cazzago San Martino
Una veduta aerea dell’area Bertola-Bonfadina, situata nel territorio di Cazzago San Martino
Una veduta aerea dell’area Bertola-Bonfadina, situata nel territorio di Cazzago San Martino

Paradossi istituzionali. Mentre la Regione ratifica l’erogazione di un fondo da mezzo milione per incentivare il turismo enogastronomico in Franciacorta, in Provincia compie un passo avanti l’iter autorizzativo di un impianto di trattamento rifiuti nella «culla» delle bollicine. NONOSTANTE il fuoco incrociato di osservazioni presentate dal Consorzio di tutela vini Docg e da Legambiente, la Conferenza dei servizi convocata ieri sul progetto in località Bertola-Bonfadina di Cazzago, non ha rallentato l’iter verso l’apertura della struttura destinata a inertizzare 180 mila tonnellate l’anno di macerie edilizie, terre, rocce e scorie bituminose. L’Ats ha dato un parere non negativo e comunque subordinato ad alcune marginali misure anti-inquinamento acustico. Il Comune di Cazzago si è limitato a suggerire un terrapieno di mitigazione ambientale. L’esecutivo di Rovato ha semplicemente protocollato una lettera in cui diffidava il responsabile della procedura dall’ammettere alla seduta il capogruppo di opposizione Angelo Bergomi, che ha potuto partecipare solo in veste di uditore, senza diritto di parola, al pari dell’esponente di Legambiente Luciano Scalvini e dell’architetto Laura Colosio delegata del Consorzio Franciacorta, che ha presentato un articolato dossier sull’incompatibilità di un impianto destinato a minare l’immagine e la sostanza della viticoltura di pregio. NEI PROSSIMI GIORNI l’ufficio Ambiente della Provincia analizzerà le osservazioni. Infine deciderà se il progetto deve essere sottoposto o meno alla Valutazione di impatto ambientale, adempimento ritenuto in prima battuta non necessario dal Broletto. Il ricorso alla Via aprirebbe nuove speranze per il fronte del no, che potrebbe strappare un parere negativo, facendo leva sull’effetto cumulativo dell’impianto previsto in un’area già sotto stress ambientale, ultimo il via libera al bitumificio trasferito dall’Ate di Castegnato. Sullo sfondo si stagliano alcune contraddizioni normative: «È vero che nella procedura, improntata al rispetto del piano regionale sulla gestione dei rifiuti, non ci sono falle, ma resta il problema dell’impatto cumulativo - afferma Angelo Bergomi, che ha presentato un pacchetto di osservazioni -. Una valutazione seria dell’opera non può prescindere da tale aspetto. Auspichiamo che nella sua decisione la Provincia tenga nella massima considerazione il quadro complessivo del territorio e non il singolo impianto in discussione». Senza dimenticare che il progetto vìola i principi fissati dal Piano territoriale regionale d’area che tutela la Franciacorta, varato solo sette mesi fa. •

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