Raptus
incendiario, oggi
l’interrogatorio

di Giancarlo Chiari
Macerie, detriti e pezzi anneriti di arredamento «smassati» nel cortile della palazzina dopo il rogo
Macerie, detriti e pezzi anneriti di arredamento «smassati» nel cortile della palazzina dopo il rogo
Macerie, detriti e pezzi anneriti di arredamento «smassati» nel cortile della palazzina dopo il rogo
Macerie, detriti e pezzi anneriti di arredamento «smassati» nel cortile della palazzina dopo il rogo

All’indomani dall’incendio che ha distrutto l’appartamento al secondo piano di via don Minzoni a Passirano, appiccato in un momento d’ira da un carabiniere forestale di 34 anni, i commenti dal paese sono durissimi, perché quel gesto inconsulto poteva mettere a rischio la vita della figlia piccola e dei suoi genitori. A Passirano non si parla d’altro, di quello scatto di rabbia che è diventato fuoco, sullo sfondo a quanto pare di una crisi coniugale e di uno stato emotivo molto difficile. Le strade attorno al condominio sono state ripulite, un vicino ha riordinato il giardino messo a soqquadro durante l’intervento dei Vigili del fuoco. Nel cortile, a documentare gli effetti dell’incendio, è rimasto il mucchio delle macerie da cui spuntano libri, quaderni, scarpe colorate, capi di abbigliamento, frammenti di mobili, un cordless, pezzi di giocattoli.

NEL QUARTIERE si vorrebbe dimenticare in fretta la notte da incubo con sirene, pompieri, fumo e la paura. Il militare, F.B. le sue iniziali, al momento in carcere, da giorni secondo i vicini non indossava più la divisa. In crisi con la moglie, era stato raggiunto a casa dai genitori, che si occupavano della nipotina quando lui doveva assentarsi. La coppia non risulta comunque residente a Passirano. Il sindaco Francesco Pasini, che è avvocato e che per esperienza professionale conosce situazioni di questo genere, lunedì ha dato disposizioni ai servizi sociali per tutelare la bambina e la mamma, senza dimenticare il militare. «Già dalla mattina - riferisce il sindaco - i servizi sociali del Comune si sono messi in contatto con la mamma, per aiutarla ad affrontare lo stress subito dalla bambina quando il padre ha perso il controllo delle sue emozioni. Faremo tutto il possibile per la signora e la figlia, garantendo loro la necessaria tranquillità e riservatezza per superare lo choc. Ascolteremo anche le esigenze e le necessità dei genitori del militare, che non risultano residenti nel paese e che credo abitassero nell’appartamento di proprietà del figlio per aiutarlo».

OGGI nel frattempo F.B. sarà sottoposto in carcere all’interrogatorio di convalida dell’arresto. Deve rispondere di incendio doloso. Davanti al gip, assistito dall’avvocato Fausto Consoli avrà la possibilità di fornire la propria verità, di raccontare la propria versione dei fatti. Ma potrebbe anche avvalersi della facoltà di non rispondere. Il gesto di sabato sera è certamente espressione di una situazione emotiva complessa. Per questo la scelta difensiva potrebbe essere orientata verso tempi che garantiscano un maggiore recupero della serenità.

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