«Piano di tutela regionale: da Terre di Franciacorta troppe parole, pochi fatti»

di C.REB.
Silvio Parzanini di Legambiente
Silvio Parzanini di Legambiente
Silvio Parzanini di Legambiente
Silvio Parzanini di Legambiente

Lo strappo tra Terre di Franciacorta e Legambiente è sempre più profondo. Al centro del contendere i ritardi nell’applicazione del Piano regionale di tutela del territorio delle «bollicine» denunciati dal «cigno verde» nei giorni scorsi. Un dossier che ha innescato un animato dibattito con i vertici di Terre di Franciacorta, l’ente chiamato a fare da cabina di regia per l’applicazione dello strumento di programmazione. Il presidente Francesco Pasini Inverardi ha chiesto tempo, respingendo le accuse di Legambiente. «LA REPLICA del neo presidente di Terre di Franciacorta al nostro dossier sulla mancata applicazione del Ptra è decisamente fuori luogo - afferma Silvio Parzanini, presidente del Circolo Legambiente Franciacorta -. Dire che non c’è fretta nel darsi una linea unitaria nella gestione del territorio è un messaggio molto negativo, che non interpreta tra l’altro le richieste degli operatori economici del territorio, ben coscienti invece che non bisogna perdere altro tempo, perché il rischio è che tanti progetti negativi per il domani della Franciacorta si concretizzino rapidamente». Parzanini ammette: «mettere insieme 22 Comuni non è facile, ma se non si agisce con determinazione e in tempi certi, il rischio è che restino solo le buone intenzioni. A nostro parere bisogna almeno congelare la situazione, facendo scattare una moratoria sugli interventi previsti e non in linea con quanto sancito dal Ptra, in attesa che Comuni, Provincia e Regione ne concretizzino l'efficacia con norme e intendimenti chiari e cogenti». L’IDEA INSOMMA è di bloccare tutti gli iter autorizzativi dei progetti apparentemente in contrasto con il documento di programmazione regionale. Legambiente chiederà un incontro con Pasini Inverardi, «per avviare una discussione concreta sul futuro del territorio, perché siamo convinti che non si possa perdere altro tempo per fare in modo che la Franciacorta diventi un'area integrata di qualità ambientale, capace davvero di attrarre più turismo».

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