Operazione lago
sicuro, lotta
alle reti killer

di Alessandro Romele
Reti abusive individuate e recuperate dai sommozzatoriI sub impegnati a recuperare le reti calate abusivamente
Reti abusive individuate e recuperate dai sommozzatoriI sub impegnati a recuperare le reti calate abusivamente
Reti abusive individuate e recuperate dai sommozzatoriI sub impegnati a recuperare le reti calate abusivamente
Reti abusive individuate e recuperate dai sommozzatoriI sub impegnati a recuperare le reti calate abusivamente

È pesante il bilancio della Guardia costiera ausiliaria del Sebino riguardo alle famigerate «reti killer» posizionate dai pescatori di frodo nelle acque del lago d’Iseo. Come spiega Diego Nolli, il Capocentro operativo «con l’aiuto dei sub sono state recuperate 13 reti da pesca abusive, due in territorio bresciano ed il resto sulla sponda bergamasca. La quattordicesima invece, dopo una segnalazione giunta alcune settimane fa, è stata recuperata direttamente dalla Polizia provinciale nella zona antistante il Porto commerciale di Sale Marasino».

UNA PIAGA, quella delle reti, è venuta alla luce nel 2015 con la morte di Lorenzo Canini, sommozzatore 39enne di Ponteranica, annegato nelle acque del Sebino il 3 gennaio di quell’anno. Durante un’immersione a Tavernola Bergamasca, rimase intrappolato in una rete di pesca abusiva senza speranza. Quell’episodio ha mobilitato la Guardia costiera ausiliaria di stanza a Sarnico che ha convocato tutti i gruppi sub del lago d’Iseo: l’obiettivo, fin da subito, è stato quello di dar la caccia alle reti killer.

È STATO anche stipulato un accordo, che ha dato vita all’operazione «GhostFishing Lake Iseo», appoggiato fin da subito dall’associazione North Central Divers di Bergamo. «Da quel giorno - continua Diego Nolli - i sub o i privati cittadini non hanno smesso di segnalarci la presenza di questi strumenti di morte. Il protocollo prevede che la Guardia Costiera metta in moto il processo di recupero: vengono allertate le Polizie provinciali competenti per territorio. Quindi avvisati i sommozzatori delle associazioni sebine affinché non si avvicinino al luogo del ritrovamento, evitando potenziali pericoli. Le reti vengono poi portate a galla dai sommozzatori, talvolta contando sulla presenza di agenti guardiapesca della Fipsas, la federazione italiana dei pescatori sportivi. Infine, la Polizia pensa allo smaltimento». «In vista dell'imminente stagione turistica, occorre favorire una cultura del rispetto e della sicurezza in acqua - chiude Nolli - noi cerchiamo di divulgarle anche recandoci nelle scuole, a contatto con gli studenti di ogni età».

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