Nelle Torbiere
una «piscina»
per gli uccelli

di Fausto Scolari
Un chiurlo «a pesca»: è una delle specie a cui è dedicato il progettoUn esemplare di pittima realeUna pavoncella a passeggio
Un chiurlo «a pesca»: è una delle specie a cui è dedicato il progettoUn esemplare di pittima realeUna pavoncella a passeggio
Un chiurlo «a pesca»: è una delle specie a cui è dedicato il progettoUn esemplare di pittima realeUna pavoncella a passeggio
Un chiurlo «a pesca»: è una delle specie a cui è dedicato il progettoUn esemplare di pittima realeUna pavoncella a passeggio

Disco verde in Torbiera a Provaglio d’Iseo al progetto per creare una casa degli uccelli acquatici, in particolare «limicoli» come la pavoncella, il beccaccino e altre specie. REDATTO dall’agronoma Elena Zanotti, prevede la realizzazione di una zona umida «artificiale», costituita «da vasca per limicoli e mascheramento arboreo». La Regione Lombardia, con deliberazione di Giunta del 16 novembre, lo ha inserito tra gli «interventi regionali per la salvaguardia della biodiversità nei siti di rete natura 2000», e così l’ente gestore della Riserva naturale delle Torbiere del Sebino ha potuto dare l’ok ai lavori, che dovrebbero prendere avvio a gennaio per concludersi dopo circa un mese. «L’OBBIETTIVO - spiega la relazione generale di progetto - è di favorire la tutela della biodiversità locale, oltre che il suo potenziamento. Attualmente, infatti le specie avicole presenti nella Riserva sono particolarmente rappresentate dalla famiglia degli ardeidi, degli anatidi e dei rapaci». Ma le limicole allora? La presenza di queste specie di uccelli acquatici quali la pavoncella, il chiurlo, la pittima reale e il beccaccino, detti «gambette» per le lunghe e sottili gambe, è molto sporadica in Torbiera: si limita a brevi soste migratorie, spesso non regolari, «La realizzazione di nuove zone umide a limitata profondità, degradanti in aree a prato umido, gioverebbe quindi in termini di disponibilità di habitat elettivi»: questo il traguardo sperato. In ultimo, la protezione e schermatura di tali aree con l’uso di filari vegetati naturali, permetterà la riduzione del disturbo da parte dell’uomo, favorendo l’insediamento delle specie. LO SCAVO, su un’area di 3.270 metri quadri, realizzerà un bacino drenante, in grado di accumulare l’acqua di affioramento e di sgrondo, costituito da gradoni a profondità variabili. L’area più profonda, nel lato nord, raggiungerà una profondità massima di 2 metri e potrà variare durante l’esecuzione lavori, qualora l’affioramento spontaneo dell’acqua avvenisse a quote inferiori. L’alternanza di livelli garantirà la creazione di aree e habitat differenti nei vari periodi dell’anno. •

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